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Razzismo. Obama: “In America c’è ancora, apriamo il cuore e uniamoci “

Il presidente americano e le proteste dei neri: “Nessuno è immune dall’intolleranza, neanche la polizia. Mettiamoci nei panni dell’altro e guardiamo il mondo attraverso i suoi occhi”

 

Roma – 13 luglio 2016  – “Secoli di discriminazione razziale, schiavitù, sottomissione, non sono svaniti con la fine della segregazione legale. Non sono finiti quando Martin Luther King ha fatto un discorso e sono stati firmati il Voting Rights Act o il Civil Rights Act”.

Così ieri Barack Obama a Dallas alla cerimonia di commemorazione dei cinque poliziotti uccisi da un cecchino. Un discorso durante il quale ha reso onore agli agenti caduti, ma ha anche dato voce alla protesta della comunità nera contro le violenze e il razzismo della polizia. 

“Le relazioni tra le razze sono migliorate drasticamente durante la mia vita, chi lo nega disonora le battaglie che ci hanno aiutato a raggiungere quel progresso. Ma, America, noi sappiamo che i pregiudizi rimangono. Bianchi, neri, ispanici, asiatici, nativi americani o orientali, abbiamo visto tutti questa intolleranza a un certo punto della nostra vita”. 

“Nonostante la maggior parte di noi faccia il meglio per vigilare e per insegnarlo ancora meglio ai nostri figli, nessuno di noi è interamente innocente. Nessuna istituzione è interamente immune e questo include anche i nostri dipartimenti di Polizia. Lo sappiamo”. 

In un Paese dove i neri hanno più probabilità rispetto ai bianchi di essere perquisiti, arrestati, condannati a pene più lunghe, anche  a morte. Dove “madri e padri crescono i loro figli e devono insegnare loro a rispondere “sissignore, nossignore” se vengono fermati da un agente. Ma hanno ancora paura che qualcosa di terribile possa accadere quando i figli escono”, i neri che protestano pacificamente non possono essere “liquidati come piantagrane o paranoici”

“Non puoi liquidare questo – ha incalzato Obama – come un sintomo di politically correct o di razzismo al contrario. Il fatto che la tua esperienza venga negata in quel modo, sminuita da quelli che hanno l’autorità, forse anche dai tuoi amici bianchi, dai tuoi colleghi, dai tuoi parrocchiani ancora, ancora e ancora, fa male. Possiamo vederlo. Tutti”. 

Quello che serve, secondo Obama, è “un cuore nuovo”, un “cuore aperto”. “Noi possiamo imparare a metterci nei panni del’altro e a guardare il mondo attraverso i suoi occhi”. “Con un cuore aperto, ci possiamo preoccupare meno di quale parte ha sbagliato e di più di unire le parti per fare il giusto”. 

“Sappiamo – ha concluso il presidente –  che c’è il male nel mondo. Ecco perché ci sono i dipartimenti di polizia. Ma come americani, possiamo decidere che persone come questi killer perderanno. E non ci divideranno. Noi possiamo decidere di unirci e far sì che il nostro Paese rifletta il bene che è in noi, le speranze e i semplici sogni che condividiamo”. 

 

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