Approvato alla Camera, torna al Senato il disegno di legge contro il negazionismo. Ecco cosa prevede
Roma – 15 ottobre 2015 – “Meditate che questo è stato”, comandava Primo Levi in Se Questo è un Uomo. Ancora oggi, però, c’è chi nega lo sterminio di milioni di ebrei. Così come sotto diverse bandiere si continuano a dire che altri genocidi o crimini di guerra e contro l’umanità non ci sono mai stati.
Anche l’Italia è pronta a inasprire le pene contro il negazionismo. Martedì scorso la Camera ha approvato un disegno di legge in materia e ora manca solo il sì definitivo del Senato, dove il testo era già stato approvato prima che a Montecitorio si facessero alcune modifiche.
L’ultima versione del ddl modifica, integrandola, la legge Mancino (654/1975), un testo fondamentale per il contrasto del razzismo nel nostro Paese.
Quella legge punisce con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con una multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico o chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. La reclusione può invece arrivare a quattro anni per chi istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
È sempre la legge Mancino a vietare ogni organizzazione che ha tra i propri scopi l’ incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Per partecipanti e fiancheggiatori sono previsti fino a quattro anni di reclusione, chi le promuove o le dirige di anni in carcere ne potrebbe passare anche sei.
Il disegno di legge approvato alla Camera introduce in tutti questi casi un’aggravante per il negazionismo.
Dice infatti “la pena è aumentata se la propaganda, la pubblica istigazione e il pubblico incitamento si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah ovvero dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale”. Conteranno però solo i “fatti accertati con sentenza passata in giudicato, pronunciata da un organo di giustizia internazionale, ovvero da atti di organismi internazionali e sovranazionali dei quali l’Italia è membro”.
EP
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)