Roma – 16 novembre 2012 – Dopo ‘Stormfront’, ci altri siti a sfondo razzista nel mirino delle sentinelle del web. “Continua la nostra attivita’ di monitoraggio e contrasto ai siti che divulgano contenuti o ideologie a sfondo xenofobo, razzista o discriminatorio”,spiega Sergio Mariotti, primo dirigente servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
“In Italia il fenomeno e’ in aumento -avverte- ci sono molti spazi web, ma anche forum e blog dove si da’ voce a manifestazioni di intolleranza. In alcuni casi sono legate ad accadimenti particolari, altre volte invece si tratta di un pensiero piu’ strutturato, anche da parte di gruppi”.
A livello internazionale, “il sito piu’ ‘attenzionato’ e’ ‘Holywar’, perche’ anche li’ possono esservi contenuti al limite della rilevanza penale”. Accanto a questo, nel mirino della Polizia postale spazi web non cosi’ conosciuti ma ancora piu’ insidiosi perche’ tematici: “Sono tantissime -fa notare Mariotti- le occasioni in cui si trovano contenuti a sfondo razzista in contesti inaspettati”.
Il piu’ delle volte, dietro il ‘post’ c’e’ un internauta-razzista giovane “Si va dai 16 ai 40 anni”, spiega ancora Mariotti. E avverte: “Nel mare del web, oltre ai contenuti razzisti o xenofobi, la cosa piu’ pericolosa e’ il fatto che quanto viene scritto puo’ essere raccolto da utenti che sono sensibili al tema o influenzabili”.
“Sono questi soggetti -conclude il dirigente della Polizia postale- che possono passare dallo schermo ai fatti, ponendo in essere azioni violente. Percio’ -assicura- la vigilanza del web è tra gli impegni prioritari per la sicurezza”.
Unar: “Parlamento ratifichi convenzione sul Cybercrime”
“I tempi sono ormai maturi perche’il nostro Parlamento provveda a ratificare il Protocollo addizionale alla Convezione del Consiglio d’Europa sul Cybercrime sottoscritto dal governo italiano il 9 novembre 2011”. E’ la richiesta avanzata da Marco De Giorgi, direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della presidenza del Consiglio dei Ministri presso il Dipartimento delle Pari Opportunità.
“Il Protocollo – spiega De Giorgi – rafforzerebbe non solo il quadro giuridico in materia di reati a sfondo razziale e xenofobo compiuti su Internet, ma consentirebbe alle autorita’ di Polizia e giudiziaria di operare con piena efficacia anche sui siti operanti al di fuori del territorio nazionale. Chi confonde – conclude il direttore dell’Unar – la libera espressione del pensiero con illeciti penali commettendo atti discriminatori, basati sull’odio razziale, compie un reato e deve essere perseguito”.