Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

Reato di clandestinità. I magistrati: “Inutile e dannoso”

Il segretario dell’ANM Rodolfo Maria Sabelli: "Non frena l’immigrazione irregolare. Servono strumenti amministrativi, non penali"

Roma – 25 ottobre 2013 – Il reato di clandestinità non dissuade i clandestini, ingolfa le Procure, ostacola le indagini contro i trafficanti di uomini. E cancellandolo non si apre all’immigrazione irregolare.

È senza appello la condanna pronunciata oggi da Rodolfo Maria Sabelli, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, contro l’articolo 10 bis del Testo Unico  sull’Immigrazione, introdotto con la legge sulla sicurezza nel 2009, quando Silvio Berlusconi era premier e i leghista Roberto Maroni ministro dell’Interno.

Aprendo a Roma il Congresso Nazionale dell’Anm, Sabelli ha puntato il dito contro l’"approccio inutilmente repressivo" della legislazione penale in materia di immigrazione".  "Quanto tale approccio sia inutile e sbagliato ne hanno offerto, da ultimo, tragica dimostrazione le stragi consumatesi nelle scorse settimane nel mare di Scicli e di Lampedusa. Non serve una demagogica retorica della sicurezza ma piuttosto una gestione del fenomeno che punti su efficaci strumenti amministrativi piuttosto che su quelli penali".

Secondo Sabelli "non serve indugiare in vane polemiche sul reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, reato palesemente inutile e dannoso e la cui abrogazione non sarebbe certo una concessione all’ingresso incontrollato nei nostri confini".

Il reato, ha spiegato il presidente dell’Anm, "è inutile, perché una sanzione pecuniaria non è in grado di esercitare alcun effetto dissuasivo. Dannoso, perché ingolfa gli uffici giudiziari, costringendo le Procure della Repubblica a iscrivere nel registro delle notizie di reato migliaia di immigrati. Dannoso, ancora, perché intralcia le indagini contro gli scafisti e gli altri responsabili del traffico di clandestini, trasformando questi ultimi da testimoni in coimputati".

In un altro passaggio della sua relazione Sabelli ha ricordato la situazione dei minori che sbarcano in Italia.

"E’ indispensabile – ha sottolineato –  assicurare la qualità dell’accoglienza e delle strutture, tutelare il diritto all’unità familiare, preparare percorsi di inclusione sociale al raggiungimento della maggiore età, superando le rigidità che connotano l’attuale formulazione dell'art. 32 del Decreto Legislativo 286/1998, e attivare un sistema integrato che preveda l’elaborazione di protocolli comuni fra tutte le Istituzioni coinvolte: Procure della Repubblica, Tribunali per i Minorenni, Giudice tutelare e Prefetture".

EP

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version