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Reato di clandestinità. Il Senato: “Va cancellato”

Sì di Palazzo Madama all' abrogazione dell’articolo 10-bis del testo unico sull’immigrazione, ma il reato resta per i recidivi. I tempi sono lunghi: servono ancora l’ok della Camera e i decreti del governo

Roma – 21 gennaio 2014 – Vacilla il reato di immigrazione clandestina. Passerà però ancora del tempo prima di potergli dire davvero addio.

L’aula del Senato ha approvato oggi il disegno di legge delega sulle pene detentive non carcerarie, che tra le altre cose vuole cestinare il fiore all’occhiello delle leggi sull’immigrazione targate centrodestra.

L’articolo 2, comma 3, lettera b, dà infatti mandato al governo di “abrogare, trasformandolo in illecito amministrativo, il reato previsto dall'articolo 10-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, conservando rilievo penale alle condotte di violazione dei provvedimenti amministrativi adottati in materia”.

In pratica, come ha spiegato in aula il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, l’espulsione rimane, ma viene depenalizzato l’ ingresso e soggiorno irregolare in Italia. Inoltre, continuerà ad essere reato non obbedire a un foglio di via o rientrare dopo un’espulsione, così come violare disposizioni amministrative contro gli irregolari, come ad esempio l’obbligo di firma in Questura o la consegna del passaporto.

Introdotto nel 2009 dalla legge sulla sicurezza voluta da Popolo delle Libertà e Lega Nord, il reato di clandestinità non manda in galera nessuno, ma fa diventare un criminale chi non ha un permesso di soggiorno e obbliga i tribunali a istruire processi che si concluderanno con un’espulsione. Lo stesso traguardo delle espulsioni amministrative, che pure rimangono in vigore. E senza alcuna garanzia in più che il rimpatrio sia effettivamente eseguito.

Sin dalla sua introduzione, il Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà si sono scagliati contro il nuovo reato, ma se finirà in soffitta è grazie a un emendamento dei senatori del Movimento 5 Stelle. Un emendamento sconfessato “nel metodo e nel merito” da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ma appoggiato dalla maggioranza degli iscritti che hanno partecipato a un referendum lampo lanciato sul sito del leader del movimento.

L’emendamento del M5S si limitava ad abrogare il reato di  ingresso e soggiorno clandestino. Il governo, esaudendo le richieste del Nuovo Centro Destra, ha però ritenuto di dover specificare, con un ulteriore emendamento presentato in Aula, che rimane l’illecito amministrativo e che comunque la depenalizzazione vale solo per il primo ingresso.

Conviene ricordare che quello fatto oggi è solo un solo di un primo passo. Innanzitutto, il disegno di legge in Senato ha subito delle modifiche e quindi dovrà tornare alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva. Se poi a Montecitorio arriveranno altre correzioni, il testo tornerà di nuovo a Palazzo Madama.

Soprattutto, bisogna tenere presente che, anche dopo il sì definitivo e l’entrata in vigore, sarà comunque una legge delega. Toccherà quindi al governo scrivere i decreti legislativi per darle completa attuazione. I tempi? Lunghi: fino a diciotto mesi dall'entrata in vigore della delega, senza contare i pareri che sui quei decreti dovranno essere espressi dal Parlamento. Un termine che potrebbe andare oltre la durata dell’attuale esecutivo.

Elvio Pasca
 

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