Il governo rimanda ancora la depenalizzazione. Alfano: “Problema di percezione, gli italiani non capirebbero”
Roma – 11 gennaio 2016- Il governo prende ancora tempo sulla cancellazione del reato di clandestinità. L’opposizione del ministro dell’Interno Angelino Alfano e del Nuovo Centro Destra, così come la paura che l’opinione pubblica veda quella mossa come un cedimento sul piano della sicurezza, a quanto pare pesano più del giudizio del Parlamento, che chiede dal 2012 la depenalizzazione.
A confermare che l’esecutivo ci andrà ci piedi di piombo, dopo le polemiche degli scorsi giorni, è stato lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il reato di clandestinità, ha detto ieri al Tg1, “crea problemi, intasa le Procure, non serve. Ma c’e’ una percezione della sicurezza per cui questo percorso di cambiamento delle regole lo faremo con calma, tutti insieme e senza fretta e quindi non sarà al prossimo Consiglio dei Ministri”.
“Mai come in questo momento – ha aggiunto Renzi – è chiaro che l’EUropa deve avere una posizione comune. No alla demagogia ma no anche al buonismo esasperato: chi sbaglia deve essere mandato via”.
“Non è questo il momento opportuno per andare a modificare quel reato. La gente non capirebbe” aveva spiegato ieri il ministro dell’Interno Alfano in un’intervista a Repubblica, pur ammettendo che l’introduzione del reato di clandestinità “fu un tentativo di dissuasione, ma non funzionò” e definendo “ragionevoli” le obiezioni del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, e del ministro dell’Interno Andrea Orlando.
“Nel campo della sicurezza – ha spiegato Alfano – stiamo giocando due partite intrecciate, ma diverse: una sulla realtà e l’altra sulla percezione della realtà. Il mio no alla cancellazione del reato di clandestinità riguarda esattamente questo: il momento è molto particolare e non dobbiamo dare agli italiani l’idea di un allentamento della tensione sulla sicurezza proprio mentre chiediamo di accogliere i profughi”.