Roma – 25 luglio 2013 – È ancora lunga la strada dei due referendum sull’immigrazione, promossi dai Radicali, che vogliono abolire il reato di clandestinità e spezzare il legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.
Si stanno raccogliendo le firme, ma in molte città mancano gli autenticatori. Per questo motivo che stamattina una delegazione dei radicali ha protestato davanti al ministero dell’Interno. “Le Istituzioni non garantiscono un adeguato servizio pubblico di autenticazione delle firme dei cittadini, impedendo o limitando in molte città la raccolta delle 500 mila firme necessarie" denunciano.
I promotori dei referendum chiedono al Viminale di informare e sensibilizzare le centinaia di migliaia di funzionari e di amministratori locali del loro essere autenticatori. Ci vuole più informazione per i cittadini, attraverso i siti istituzionali dei Comuni e i telegiornali della Rai, sulla possibilità di firmare presso le segreterie comunali.
Dopo il sit in, la delegazione è stata ricevuta dai responsabili dell’Ufficio servizi elettorali, che si sono impegnati a sensibilizzare i Comuni e le Province per garantire un adeguato servizio di autenticazione anche al di fuori degli uffici comunali.
Questo impegno “è un primo passo avanti”, commentano Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani. “La gravità della situazione, però, richiede l’assunzione da parte del Ministro Alfano della responsabilità istituzionale di garantire in concreto e con determinazione i diritti civili e politici dei cittadini che sono stati negati in questo primo mese di campagna referendaria”.
“Non c’è tempo da perdere, se non arriveranno iniziative adeguate – annunciano i promotori dei referendum – torneremo davanti alle sedi istituzionali con i moduli e le penne che attendono gli autenticatori per raccogliere le firme secondo legge”.