Roma – 19 luglio 2013 – Via il reato di clandestinità e il legame inscindibile tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro.
È l’obiettivo di due referendum dei Radicali, ciascuno dei quali ha bisogno di 500 mila firme di cittadini italiani per essere sottoposto al giudizio degli elettori nelle urne. Stranieriinitalia.it aderisce come media partner alla campagna di raccolte firme perché, spiega l’editore Gianluca Luciano, “al di là dello specificità dei quesiti, bisogna segnalare che la legge sull’immigrazione è obsoleta e non funziona, quindi va cambiata”.
In particolare, se i referendum andassero in porto, verrebbero cancellati tre articoli del Testo Unico sull’immigrazione. Sono il 10 bis, che ha introdotto il reato di “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato”, il 4 bis, dedicato all’Accordo di integrazione e, di conseguenza, al permesso a punti, e il 5 bis, che prevede la stipula tra datore e lavoratore di un “contratto di soggiorno per lavoro subordinato”.
“Il primo quesito –spiegano i Radicali – cancella la norma che introduce un reato aberrante che criminalizza una condizione anziché una condotta. Il secondo quesito abroga quelle norme che costringono centinaia di migliaia di migranti al ricatto continuo dei datori di lavoro (creando l’effetto “concorrenza sleale” con i lavoratori italiani) oppure che li obbliga al lavoro nero o al servizio della microcriminalità, perché legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro paese – anche di cittadini da anni in Italia – alla stipula di un contratto di lavoro”.
“Si tratta – concludono i promotori – in sostanza di eliminare le due norme più restrittive che hanno caratterizzato il pacchetto sicurezza del 2009 fortemente voluto da Maroni e la legge Bossi-Fini del 2002, per ritornare almeno ad un regime simile a quello introdotto dalla legge Turco-Napolitano del 1998”.
“Il filo rosso dell’immigrazione in Italia – nota Luciano – è sempre lo stesso. Si entra clandestinamente e poi in un modo o in un altro si viene regolarizzati. È andata così per l’80% dei cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia. Questo vuol dire che proprio l’impianto della legge è sbagliato, non è previsto un autentico percorso di ingresso legale”.
“Con il rallentare dei flussi per lavoro – sottolinea l’editore – abbiamo l’occasione di riscrivere la legge. Possono esserci forme di tutor e di garanzia come in passato, ma anche sinergie tra pubblico e privato che realizzino selezione e formazione del personale all’estero e poi rispondano ai bisogni del mercato del lavoro. Nessuno assume lavoratori che non conosce o che non sono conosciuta da una struttura per professionalmente li seleziona e li garantisce”
Stranieriinitalia.it ospiterà i banner e le iniziative legate ai referendum e invita i lettori a firmare e a farsi protagonisti della raccolta firme. “Sono sicuro – conclude Luciano – che il mondo dell’immigrazione sia in grado di mobilitare firme di italiani, e di tanti cittadini stranieri che sono diventati italiani, che possano dare man forte alla richiesta di una legge giusta ed efficace”.
Ascolta l’intervista di Gianluca Luciano a Radio Radicale
EP