Roma – 27 febbraio 2013 – Alle elezioni regionali perdono i nuovi italiani. Nessun candidato di origine straniera è stato premiato dalle preferenze in Lombardia, Lazio o Molise.
“Godiamoci il sogno della Regione riconquistata” scrive stamattina Touadi sulla sua pagina Facebook, ricordando sportivamente che “la democrazia sta nei numeri e nella capacità di raccogliere consensi”. Fa gli auguri ai vincitori, e ringrazia tutti, soprattutto quello che chiama “il mio dream team”. “Siamo e saremo uniti anche nella sconfitta e nell'esplorazione di nuove strade dove spendere le nostre energie”.
Il Partito democratico non riesce a portare in Regione nemmeno Ferdes Abderrezak, origini algerine, esponente della comunità islamica capitolina che ha convinto circa centoventi elettori. E finisce male pure la corsa di Francoise Kankindi, presidente dell'Associazione no profit Bene-Rwanda., che ha raccolto più di quattrocento preferenze.
Non va meglio a Fidel Mbanga Bauna, giornalista del Tgr Lazio e numero uno della lista Storace Presidente, che si è fermato a trecento preferenze. Una gara tutta in salita la sua, se si considera che è partita tra gli insulti xenofobi che la base del partito, in nome di una millantata “difesa dell’identità nazionale” gli ha regalato all’inizio di gennaio, appena è stata resa nota la sua candidatura.
In Molise non c’erano candidati di origine straniera. In Lombardia, dove invece la pattuglia era piuttosto nutrita, l’esito delle urne è stato comunque negativo.
Niente da fare, tra le fila del Pd, per Reas Syed, avvocato trentenne nato in Pakistan ma cresciuto a Milano, scelto (invano) da milletrecento elettori: “Sono molto dispiaciuto di come è andata in generale – commenta su Facebook – ma parlando di me, o meglio di noi, posso dirvi che abbiamo piacevolmente stupito. In città sono undicesimo tra i più votati della coalizione per Ambrosoli….Grazie a tutti voi!”
Al Pirellone non entra nemmeno Emilia Stoica, ingegnere di origini romene candidata dal Pd a Bergamo, che ha raccolto cinquantacinque voti. E non ce la fanno i candidati della lista civica di Ambrosoli: l’imprenditore di origine camerunense Otto Bitjoka a Milano ha sfiorato le seicento preferenze, il pedagogista e scrittore di fiabe Jean Claude Mugabo, arrivato in Italia dal Rwanda, ne ha raccolte meno di cinquanta a Cremona.
Il leghista di origine nigeriana, che ha sdoganato la parola “negher” come “un modo espressivo di definire in bergamasco una persona di colore", oggi non rinuncia al dialetto nemmeno per salutare i suoi fan su twitter: “Grazie a tutti per il sostegno, grazie per l'affetto e la stima. Adesso avanti, con Maroni Presidente, a combattere tutti uniti la battaglia più importante, quella della nostra libertà. Mai molà!”
Elvio Pasca