Errani: “Non c’è accordo con il governo”. Avanza l’ipotesi di un permesso per far uscire dalla clandestinità i tunisini.
Roma – 1 aprile 2011 – “Sulla questione delle tende e delle tendopoli non c’e’ l’accordo delle Regioni e degli enti locali".
Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, al termine della cabina di regia co il governo sull’emergenza sbarchi. Errani ha spiegato che le "tendopoli non sono gestibili" e ha ricordato che l ‘accordo siglato con il governo "aveva come oggetto, sulla base di una richiesta del governo, solo i profughi", e quindi non i tunisini che per ora sono considerati a tutti gli effetti considerati clandestini.
Al termine dell’incontro, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha parlato di ” una risposta positiva all’appello che il governo ha fatto alle regioni per una collaborazione istituzionale sull’emergenza. Siamo d’accordo sul fatto che le tendopoli siano una soluzione provvisoria". Il premier ha spiegato che oltre che a Manduria, Puglia, potrebbero esserci tendopoli anche in Toscana e Piemonte che hanno avrebbero dato la loro disponibilità.
Ma Errani frena. ”Leggo dalle agenzie di stampa che oggi ci sarebbe stato accordo fra le Regioni e il Governo sulla soluzione provvisoria di tendopoli. Non e’ cosi’ come abbiamo detto chiaramente in questi giorni, e ancora stamattina al governo. C’e’ gia’ troppa confusione, non aggiungiamone altra”. ”Anche per questo al Governo – ha concluso Errani – abbiamo chiesto un nuova proposta che l’esecutivo si e’ riservato di presentare martedi”’.
Intanto, si fa strada l’ipotesi di concedere ai tunisini un permesso per “protezione temporanea”, che di fatto non li farebbe uscire dalla clandestinità. Le Regioni lo hanno proposto stamattina al governo: "Ho detto al premier che questa emergenza e’ umanitaria e va affrontata con gli strumenti che consentono le leggi italiane e le direttive europee. Bisogna superare il tema degli immigrati clandestini” .
Il ministro dell’Interno Maroni non esclude questa soluzione, anche perché diventerebbe un pungolo per l’Ue. “Di fronte al diniego totale di collaborazione, affermato in importanti sedi, che l’Italia deve sbrigarsela da sola", l’Italia potrebbe consentire "permessi di soggiorno temporanei per i ricongiungimenti familiari in altri paesi europei". Uno strumento di "pressione", visto che "non possiamo costringere" un migrante "a restare in Italia: chi vuole andare in Francia e Germania non possiamo trattenerlo in Italia"