Roma, 2 maggio 2012 – Soffia sempre più forte, in Gran Bretagna, il vento dell'estremismo politico. Estremismo che affonda le proprie radici nella lotta all'Islam.
Sta per essere siglato, infatti, un "patto" tra le due formazioni apertamente e dichiaratamente contrarie a quella che definiscono “l’islamizzazione della nostra società”: la English Defence League e il British Freedom Party, che già avevano riunito gli intenti nell’autunno dello scorso anno.
Come anticipato da il Fatto Quotidiano, Tommy Robinson, leader dell’EDL, sarà nominato vicesegretario del BFP. E questo significherà soprattutto una cosa: la lega che lotta per la “difesa” dell’Inghilterra avrà rappresentanza politica, in quanto il British Freedom Party, una costola del vecchio e collaudato British National Party, può ufficialmente presentare propri candidati alle elezioni locali. Il tutto avverrà a Luton, il prossimo fine settimana, dove l’EDL celebrerà il suo “rally” che ogni anno, dal 2009, conduce nella cittadina inglese.
La EDL si oppone fermamente all’applicazione della Sharia, la legge islamica, sul suolo britannico. No anche a burqa e niqab, e anche il normale velo sulla testa è mal tollerato. Un’altra campagna “di successo” della formazione è stata quella contro la vendita nelle macellerie del Regno Unito della carne halal, macellata secondo precetti musulmani. Poi, ancora, il controllo e la regolamentazione delle moschee, una limitazione dell’attività delle madrasse, le scuole islamiche e le espulsioni immediate per chiunque in odore di terrorismo.
Poi, il fronte del British Freedom Party. Il BFP nasce infatti nell’autunno del 2010 da una scissione interna al British National Party. I leader, Peter Mullins e Paul Weston, in passato, sono anche stati candidati alle amministrative della capitale. Ed entrambi appoggiano con forza tutte e venti le linee guida del partito. Fra le quali, innanzi tutto, l’abbandono dell’Unione Europea, l’adozione nel Regno Unito di una legge simile al Primo Emendamento americano e la lotta dura all’immigrazione illegale, leggi più facili per l’espulsione dei criminali di origine straniera e, anche in questo caso, “no assoluto all’islamizzazione della nostra società”.
“Insieme cambieremo il corso della politica britannica”, scrivono in un documento preparatorio del meeting del prossimo fine settimana.