Roma – 12 ottobre 2012 – La regolarizzazione è agli sgoccioli.
Alle 24 del 15 ottobre si chiuderà la finestra di un mese concessa ai lavoratori per chiedere l’emersione dei dipendenti extracomunitari. E se sindacati e associazioni continuano a chiedere più tempo per presentare le domande, dal governo non arriva alcun segnale di apertura in questa direzione (anche il ministro Riccardi ha invitato famiglie e imprese ad “affrettarsi”).
“Siamo ormai agli ultimi tre giorni della regolarizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici immigrati irregolari e le domande pervenute sono poco meno di 100.000. A giudicare da come è stato architettato e gestito questo provvedimento, è quasi un miracolo, ma ora serve una proroga” insistono Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil e Pietro Soldini, responsabile immigrazione del sindacato.
“Appena qualche giorno fa – ricordano i sindacalisti – a nove giorni dalla scadenza dei termini, è giunto un parziale chiarimento su quali sono gli organismi pubblici che possono certificare la prova di presenza in Italia. Già solo questo renderebbe necessaria appunto la proroga della scadenza ed è inaccettabile che a tale richiesta il governo non risponda.
“Ciò significa che un consistente numero di immigrati rimarrà irregolare, e continuerà ad essere vittima di lavoro nero e super sfruttamento. A chi giova una situazione di questo genere?” chiedono Lamonica e Soldini. “Per la Cgil – concludono – la battaglia continua perché il lavoro nero è una delle vere emergenze del Paese. La direttiva 52 apre nuovi spazi di iniziativa sindacale per la regolarizzazione e la Cgil li userà tutti”.
Intanto, alla Cgil risponde il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. “Nessuna proroga – dice – alla regolarizzazione degli extracomunitari, già realizzata con modalità sbagliate e troppo aperturiste da parte del governo. Non siamo nell’Italia del monopolio Cgil, dove loro dettano la linea e gli altri eseguono”.
“Semmai – aggiunge Gasparri – si rafforzino i controlli sulle procedure in atto per evitare i facili inganni di tanti clandestini, e non si dia neppure un’ora di proroga”.