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Regolarizzazione, proposta bipartisan in Parlamento

Riguarda chi ha partecipato ai flussi 2007. Basterebbe una dichiarazione negli uffici postali Roma – 9 luglio 2009 – Dare un permesso di soggiorno agli esclusi dei flussi 2007. Quelli che avevano una domanda di assunzione, ma non sono riusciti ad avere il nulla osta perché le quote erano esaurite.

È la proposta di regolarizzazione presentata oggi in Senato da uno schieramento bipartisan guidato dalla radicale Emma Bonino, dalla capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, dall’Udc Giampiero d’Alia e dall’esponente del Pdl Mario Baldassarri.

Un piano allargato a tutti i lavoratori dipendenti, mentre per ora  l’attenzione del governo sembra concentrarsi solo su badanti e colf. Anche perché, sottolinea la senatrice Emma Bonino, “la discriminazione per mestiere non è ammessa dalla Costituzione”. 

La proposta
Chi occupa cittadini stranieri irregolari per i quali fu spedita una domanda di assunzione con i flussi 2007, avrebbe quattro mesi per presentare in un ufficio postale una dichiarazioni di emersione. Dovrebbe impegnarsi a stipulare il contratto di soggiorno e pagare cento euro per coprire le spese di istruzione della pratica.

Entro sessanta giorni, la prefettura dovrebbe valutare la dichiarazione insieme alla Questura e quindi convocare le parti per la stipula del contratto e la richiesta del permesso di soggiorno. Trascorsi centoventi giorni dalla domanda, scatterebbe comunque un meccanismo di silenzio-assenso, con la possibilità, per il lavoratore, di chiedere direttamente il permesso.

La domanda di emersione metterebbe datore e lavoratore al riparo delle sanzioni previste per i rapporti irregolari e per la violazione delle norme sull’immigrazione, comprese quelle (come il reato di clandestinità) che saranno introdotte dalla nuova legge sulla sicurezza. Non potrebbero però esser presentata se il lavoratore ha sulle spalle una vecchia espulsione per un motivo diverso dal mancato rinnovo del permesso o una segnalazione che gli impedisce di entrare in Italia.

I vantaggi
“Questo provvedimento  – si legge nella relazione introduttiva – vuole portare alla assoluta regolarità la situazione di persone che ne hanno tutti i requisiti: già sono presenti, da anni,  sul nostro territorio, e svolgono mansioni indispensabili per la nostra vita e per la nostra economia; la loro regolarizzazione porterebbe anche indubbi vantaggi alle casse dello Stato, perché l’emersione è evidentemente anche emersione dal lavoro in nero”.

Un intervento necessario “anche a seguito dell’approvazione delle recenti norme in materia di sicurezza, che rischiano di costringere in una  condizione para criminale non solo i cittadini non comunitari che non commettono alcun reato e anzi svolgono una vita rispettosa delle nostre leggi, ma anche tutti quei cittadini italiani che non possono privarsi del loro contributo e della loro collaborazione”.

La proposta di regolarizzazione seguirà più strade, anche per avere più chance di arrivare in porto. Presentata come disegno di legge alla Camera e al Senato, sarà anche un emendamento al ddl sul “lavoro pubblico e privato” all’esame di Palazzo Madama, e alddl cdi conversione del decreto anticrisi, di cui si sta occupando Montecitorio.

Leggi il testo della proposta

Elvio Pasca

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