Roma, 22 settembre 2012 – "Certo non possiamo passare dalla dichiarazione di un organismo pubblico, come prevede la norma, a quella di un privato; ma possiamo pensare a un'interpretazione della norma non rigidamente letterale".
E' la linea che espone, all'Adnkronos, Saverio Ruperto, sottosegretario al ministero dell'Interno, impegnato nella gestione delle domande legate alla procedura di emersione dal lavoro nero per gli immigrati, prevista dal decreto attuativo della Direttiva europea.
Per Ruperto, "si puo' cercare di estendere il significato concettuale di pubblico e trovare il giusto equilibrio, in modo tale da non falsare il disposto normativo ma da evitare anche una irragionevole rigidita'. Ecco: piu' che di interpretazione elastica, parlerei di interpretazione alla luce della ragionevolezza".
Spiega il sottosegretario all'Interno – alla luce delle critiche avanzate l'altro ieri, al ministro dell'Integrazione Andrea Riccardi e ai rappresentanti dei ministeri dell'Interno e del Lavoro, dalle organizzazioni presenti al Tavolo nazionale sull'immigrazione circa la procedura considerata farraginosa prevista dalla normativa – che "noi dobbiamo sempre rifarci alla norma di legge, che parla di documentazione proveniente da organismi pubblici. E' chiaro – aggiunge – che si cerchera' di adeguare la prassi e il comportamento degli uffici alla procedura stabilita".
Finora, riferisce l'esponente del Viminale, "le domande pervenute sono dodicimila: va considerato che a differenza di esperienze come il decreto flussi o il 'clic-day', in cui vi era una priorita' temporale nell'accettazione della domanda e quindi si scaricavano subito migliaia di domande". In questo caso, invece, "c'e' un tempo prolungato di un mese, dal 15 settembre al 14 ottobre e dunque, non essendovi necessita' di alcuna corsa per arrivare fra i primi, l'andamento e' sicuramente suscettibile di sviluppi diversi. Quindi, il numero di dodicimila della prima settimana puo' non essere considerato significativo, ne' per difetto ne' per eccesso", conclude Ruperto.