Roma – 27 marzo 2012 – Abolizione del reato di clandestinità e regolarizzazioni, una di massa e altre “ad personam”. Un nuovo sistema per i flussi d’ingresso, diritto di voto per gli immigrati e riforma della cittadinanza.
Sono alcune delle proposte contenute in un documento programmatico (qui la sintesi) approvato dal Forum immigrazione del Partito democratico.
Tra le norme “immediatamente applicabili”, il documento indica l’abolizione del reato di clandestinità e il superamento dei Centri di identificazione ed Espulsione “per ricondurre l’istituto del trattenimento al limitato e temporaneo scopo dell’identificazione dello straniero”. Andrebbero inoltre rivisti subito i requisti per il ricongiungimento, che oggi sono un ostacolo all’unità familiare, e allungata la durata dei permessi di soggionro per “rendere più stabile il soggiorno regolare” e sottrarre i titolari “alla precarietà indotta dalla perdita del lavoro”.
Il Pd propone poi di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con un disegno di legge delega. Questo dovrebbe introdurre, tra l’altro, “elementi di flessibilità” nella definizione dei flussi di ingresso, con quote triennali adeguabili anno per anno anche in base ai suggerimenti delle le parti sociali e dell’associazionismo.
Interventi importanti sono previsti sul fronte degli irregolari. Innanzitutto, la regolarizzazione che nel 2009 ha dato un permesso solo a colf e badanti andrebbe estesa “alle altre categorie di lavoratori”, ma si dovrebbero prevedere anche regolarizzazioni “ad persona” concesse dal prefetto su proposta di una commissione territoriale e ridefinire le forme di rimpatrio volontario.
Due i capisaldi indicati per le politiche di integrazione. Sono una “nuova disciplina dell’acquisto della cittadinanza” e il “riconoscimento del diritto di voto amministrativo agli immigrati regolari”. Non a caso, il Pd ha partecipato attivamente alla raccolta di firme per i progetti di legge popolare della campagna l’”Italia sono anch’io”.
Altra novità indicata nel documento programmatico è l’istituzione di un “ministro per le politiche migratorie”, che riunisca le competenze oggi divise tra Ministero dell’Interno e Welfare. Infine, un “Codice dell’Immigrazione”dovrebbe accorpare tutta la legislazione sugli extracomunitari, per “garantire coerenza logica, sistematica e lessicale a tutta la normativa emanata e contenuta in diversi testi di legge”.
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Elvio Pasca