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RELIGIONE: 16 DI 11 FEDI DIVERSE, PER INTEGRAZIONE IN ITALIA

 (ANSA) – ROMA, 6 AGO – Giovani dai 25 ai 35 anni, di 11 religioni e confessioni diverse e con l’idea di un’integrazione interculturale che passi attraverso ”il rispetto dei valori costituzionali della cultura giuridica e della societa’ italiana”. Sono i sedici membri della ‘Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale’, un organismo istituzionale che ha come obiettivo quello di studiare, prevenire e comporre possibili conflitti legati alla crescente multiculturalita’ nel nostro Paese, dove secondo l’Istat, il numero dei bambini e ragazzi con entrambi i genitori stranieri e’ oltre cinque volte superiore a quello di dieci anni fa (da 106 mila a 585 mila). La Consulta, istituita nel 2007, e’ un mosaico di religioni e confessioni: 3 cattolici, 2 ortodossi (di cui uno della comunita’ di Romania e uno greco-ortodosso), 3 protestanti in rappresentanza di valdesi, battisti, metodisti e avventisti, 2 buddisti, di cui uno appartiene al soka-gakkai, il buddismo giapponese e l’altro fa parte dell’Unione buddisti italiani (Ubi.), 2 musulmani (un tunisino e una marocchina) e due ebrei (uno della comunita’ di Roma e l’altro di quella Venezia). Provengono da varie regioni italiane e con cadenza bimensile si riuniscono in una citta’ della penisola per ”una due giorni di lavoro”; vivono insieme, si confrontano e discutono di tutto, dello loro vite, delle realta’ cui appartengono: lavoro, famiglia, religione ma sempre con un approccio ”non teologico e personale” come spiega il coordinatore Francesco Spano. In queste occasioni, secondo uno stile ”volutamente sobrio e spartano”, dormono negli ostelli della gioventu’ o nelle case degli studenti, messi a disposizione dalle Regioni o dagli atenei e a riunioni concluse, escono e fanno visita alle associazioni cittadine o alle comunita’ religiose; prestano la loro attivita’ a titolo gratuito, non percepiscono ne’ compensi ne’ altre forme di finanziamento. ”Stare insieme e’ la parte piu’ sperimentale del nostro lavoro – ha spiegato Spano – perche’ viviamo in prima persona le questioni legate alla convivenza: bisogna rispettare, innanzitutto, le esigenze alimentari di ognuno (cibo kasher per gli ebrei e niente carne di maiale per i musulmani, ndr) oppure affrontare questioni legate ai pernottamenti: a volte, per esempio, abbiamo a disposizione un’unica grande stanza per uomini e donne, ed e’ necessario trovare una soluzione che rispetti la sensibilita’ di tutti”. Un’esperienza che e’ ‘mezzo e fine’ di uno stesso percorso. Nel senso che la Consulta e’ da un lato un organo consultivo per il ministero dell’Interno in tema di integrazione. Ma dall’altro e’ anche un concreto esempio di integrazione multiculturale nella quotidianita’, proprio perche’ in una stessa realta’ convivono le istanze di varie identita’ religiose. E tutte condividono due principi base: liberta’ religiosa e laicita’ dello Stato. Le Nazioni Unite hanno affidato a questi sedici giovani il compito di creare organismi analoghi in Europa e nel Mediterraneo.

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