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Renzi: “Asilo europeo, rimpatri, aiuti allo sviluppo. L’Ue agisca”

Incontro con il premier maltese Muscat. “Prima eravamo solo noi due a chiederlo, ora ci sono anche Merkel, Hollande e tanti altri”

 

Firenze – 3 settembre 2015 – “Non è il tempo della demagogia. Questo non significa che è  il tempo dell’iperbuonismo, ma della serietà e della politica“.

Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine di un incontro con il premier maltese Joseph Muscat a Firenze. L’occasione per chiedere di nuovo una “risposta ampia, globale e complessiva” da parte dell’Ue, che deve passare dalle parole, o dalle lacrime, ai fatti. 

Secondo Renzi l’Italia “è un Paese solido e forte, che non ha i toni di demagogia che una parte del dibattito pubblico anche nazionale ha avuto in questi mesi. La stragrande maggioranza degli italiani pur preoccupato per le notizie che i media mostrano, ha mostrato un volto solidale. Che vuol dire che se un bambino rischia di annegare si salva, che non tutti possono essere accolti per cui si fanno i rimpatri, ma che c’è un’umanità che nessuna ricerca del consenso può mettere in discussione”.

Dunque “continueremo a salvare le vite umane, su questo neanche si discute”. Ma al tempo stesso serve l’intervento dell’Europa. All’inizio, ha ricordato Renzi, “eravamo noi e Malta a proporre questo approccio”, ora però, di fronte all’allargarsi dell’emergenza, lo dicono anche “Merkel, Hollande e tanti altri leader” .

“La Ue non puo’ perdere la faccia” sulla questione immigrazione, ha ribadito, perché “e’ dovere dell’Europa dare una risposta unitaria che parta dal diritto di asilo europeo, dal rimpatrio europeo, ma anche da una strategia globale che tenga insieme gli interventi fondamentali da fare nei paesi di origine, aiuti allo sviluppo e gestione dell’emergenza e dei rimpatri con quei paesi”.

In attesa del nuovo piano del presidente Junker (“attendiamo che la Commissione formalizzi le proposte”), Renzi spera in un “pacchetto complessivo” che sia “coerente con la storia” dell’Europa, perché “non saranno interventi spot a salvarci”. E di fronte a immagini come quelle del bambino curdo morto su una spiaggia turca, “l’Europa non si puo’ solo commuovere, l’Europa si deve muovere. Di leader europei che si sono commossi ne abbiamo avuti gia’ troppi, che si sono mossi qualcuno in meno”. 

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