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Respingimenti, il Vaticano insiste: “Violano i diritti”

Marchetto: "Perché si dà asilo chi viene via terra e si respinge chi ci prova via mare?" Roma – 20 aprile 2010 – Il Vaticano torna ad attaccare i respingimenti.  

Per il Segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, mons. Agostino Marchetto questi  violano alcuni diritti umani fondamentali, come il principio di non respingimenti per quanti fuggono dalle persecuzioni e il diritto ad avere un "giusto processo" quando viene presa una decisione amministrativa. Alla base di queste violazioni c’e’ la scelta messa in atto da diversi governi europei di delocalizzare i controlli delle frontiere nei Paesi partner del Mediterraneo da cui i migranti partono.

È quanto si legge in un testo che Marchetto leggerà domani in un convegno in Campidoglio. "Confermo –scrive il  prelato – la mia posizione di condanna a chi non osserva il principio di non refoulement (non respingimento, ndr), che sta alla base del trattamento da farsi a quanti fuggono da persecuzione. E mi domando se in tempo di pace non si riesce a far rispettare tale principio fondamentale del diritto internazionale umanitario, come si fara’ a richiederne l’osservanza in tempo di guerra. E la domanda si puo’ estendere alla questione della protezione dei civili durante i conflitti, che viene cosi’ indebolita nella sua radice comune umanitaria".

"Un altro diritto violato nell’atto di intercettare e respingere i migranti sulle coste africane del Mediterraneo -spiega ancora l’esponete del Vaticano- e’ quello al ‘giusto processo’, che comprende il diritto a difendersi, a essere ascoltato, a fare appello contro una decisione amministrativa, il diritto ad ottenere una decisione motivata, e quello di essere informati sui fatti su cui si basa la sentenza, il diritto ad una corte indipendente ed imparziale".

Invece "le persone respinte non hanno possibilita’ di esercitare questo diritto d’appello, non sono informate su dove e come esercitare questo diritto, e ancor piu’, non esiste per loro nemmeno un atto amministrativo che proibisca ad essi di proseguire nel loro viaggio di disperazione per raggiungere acque internazionali e che disponga il ritorno al luogo di partenza o ad un altro destino sulla costa africana".

Marchetto attacca "tendenza, tra i paesi europei, di delocalizzare i controlli alle frontiere, incoraggiando i loro partner delle coste meridionali del Mare nostro, Mare dei diritti, ad effettuare controlli piu’ rigidi sui migranti, ma dando loro la possibilità di chiedervi asilo. Ci sono pero’ serie questioni umanitarie connesse a tale tendenza, anche per la situazione concreta di vari paesi".

"Il fatto paradossale –denuncia il prelato –  è che molti paesi europei riconoscono come rifugiati persone che sono arrivate nel loro territorio per via non marittima, ma provenienti dagli stessi paesi da cui giungono immigranti intercettati e respinti nel Mare nostro, Mare dei diritti".

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