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Richiedenti asilo. Centro Astalli: “Non cercano l’Italia, qui l’accoglienza non funziona”

La Manna: “C'è ancora una logica emergenziale, ma bisogna tutta la politica su migrazioni e asilo”. Il rapporto 2014 del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati

Roma  – 8 aprile 2014 – “Il 2013 è stato un anno tragico. Si è aperto, a gennaio, con la morte di due rifugiati somali in un sottopassaggio del centro di Roma. Fuggiti dai pericoli vissuti nel loro Paese, hanno perso la vita proprio dove avrebbero dovuto trovare protezione e aiuto. Il 14 febbraio 2013, un giovane richiedente asilo della Costa d'Avorio si è dato fuoco all'aeroporto di Fiumicino, terrorizzato all'idea di essere espulso. A dicembre un eritreo di appena 21 anni si è suicidato nel CARA di Mineo”.

È il bilancio tracciato stamattina a Roma da padre Giovanni La Manna alla presentazione del Rapporto Annuale 2014 del Centro Astalli, di cui è presidente. Quelle morti, ha spiegato, “sono solo alcuni esempi della profonda solitudine e disperazione che sembra accomunare rifugiati e italiani in questo periodo di crisi economica. Una comunità dovrebbe interrogarsi seriamente davanti a tragedie come queste”.

Il rapporto è una fotografia aggiornata sulle condizioni di circa 21.000 richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2013 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati a Roma e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza che l’Associazione gestisce. Se si contano anche quelli assistiti dalle sedi territoriali  il numero di utenti sale a 37 mila persone.

La crisi economica continua a colpire in modo particolare i più vulnerabili. Anche persone che da tempo avevano intrapreso un percorso di autonomia sono state costrette a rientrare nel circuito dell’assistenza.

Sempre numerose, tra le persone incontrate, le vittime di tortura: ne sono state individuate e assistite 713, per la maggior parte provenienti da Paesi africani. Il totale dei pasti distribuiti dalla mensa (102.675) è rimasto costante rispetto al 2012, con una media giornaliera di pasti offerti tra le 350 e le 400 unità, a conferma dell'incapacità del sistema di accoglienza italiano di dare risposte, persino ai bisogni più immediati.

Lo scorso anno, le domande d'asilo presentate in Europa sono aumentate del 32%. Il principale Paese d'origine dei richiedenti asilo nell'Unione Europea è la Siria. Le domande presentate in Italia sono state 27.830, con un aumento del 60% rispetto all'anno precedente. “Fa pensare – nota il rapporto – il significativo scarto tra persone sbarcate sulle coste italiane nel corso dell'anno, 42.925, e le richieste d'asilo presentate”.

Un altro dato che fa riflettere è la differenza tra il numero dei richiedenti asilo siriani in Italia (appena 695) e quello registrato in Paesi del nord Europa come la Svezia (16.317) e la Germania (11.851). “Questi dati dicono che chi cerca protezione è ben consapevole della difficoltà del contesto italiano e cerca in ogni modo un'altra destinazione”.

“La risposta che il nostro Paese ha dato in materia di asilo – ha detto ancora La Manna – è stata finora deludente. Il sistema di accoglienza è rimasto improntato a una logica emergenziale”.

Il presidente del Centro Astalli ha spiegato di “guardare con attenzione all'ampliamento dello SPRAR, sperando che sia un'occasione per iniziare a ragionare in un'ottica diversa. Ma sarebbero necessario e urgente rivedere tutta la politica in materia di migrazioni, con un’attenzione particolare ai profughi e ai rifugiati. Le difficoltà e i ritardi del processo di riforma della legge sulla cittadinanza, richiesta da centinaia di migliaia di italiani, è un segno della fatica del Paese davanti a temi così strategici per il futuro di tutti”.

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Centro Astalli. Rapporto Annuale 2014 (qui una sintesi)
 

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