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Richiedenti asilo. Quelli “pericolosi” saranno rinchiusi nei Centri di Espulsione

L’annuncio di Alfano alla Camera sul caso di Terni. “Dai genitori di David Raggi una grande lezione antirazzista a cbi voleva speculare sulla morte di loro figlio"

Roma – 19 marzo 2015 – I richiedenti asilo  considerati “pericolosi” veranno trattenuti nei Centri di Identificazione ed Espulsione durante l’esame della domanda e di un eventuale ricorso. In questo modo, in caso di rigetto, potranno essere più facilmente rimpatriati.

L’obiettivo è evitare che si ripetano casi come quello di Adam Kabobo, che nel 2013 uccise a picconate tre passanti a Milano o quello più recente di Amine Aassoul, che il 13 marzo a Terni ha ucciso il giovane David Raggi. Entrambi gli omicidi avevano dei precedenti penali.

Ad annunciare il giro di vite è stato ieri alla Camera il ministro dell’Interno Angelino Alfano, rispondendo a un’interrogazione sulla vicenda di Terni. Prima, però, ha espresso “gratitudine  per le parole dei familiari” di David Raggi, “che hanno dato una grande lezione antirazzista a tutti coloro i quali intendevano speculare su questa morte”.

“I nuovi margini che offrono le nuove direttive e europee in tema di asilo – ha poi detto Alfano – ci danno lo spazio,  con il decreto legislativo che a breve le recepirà  e che verrà sottoposto al vaglio parlamentare”. Questo introdurrà “una nuova norma che stabilirà l'obbligo di trattenimento presso i CIE nei  confronti di quei cittadini stranieri che, in base  al loro profilo e al loro personale vissuto, siano  senza alcun dubbio ritenuti pericolosi per l'ordine e la sicurezza pubblica fino a quando non si  sarà definitivamente concluso l'iter della domanda  di protezione”.

“In questo modo – ha concluso il ministro dell’Interno – si farà sì  che i soggetti, con tali precise connotazioni, che  abbiano utilizzato la domanda di protezione  internazionale per sottrarsi al trattenimento presso i CIE, restino invece sotto la nostra  vigilanza anche nell'eventuale fase di riesame da parte dell'autorità giudiziaria”.
 

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