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Ricongiungimenti: gratis l’assistenza presso i patronati

Diffidate di chi chiede un “contributo”. I responsabili: “Comunicazione scarsa da parte del Viminale”

Roma – 9 aprile 2008 – Colti quasi di sorpresa dall’avvio dei ricongiungimenti online , i patronati si preparano comunque ad aiutare chi non se la sente di compilare e spedire la pratica dal computer di casa. Ma ci tengono a sottolineare che il servizio sarà gratuito: diffidate quindi degli sportelli che vi chiedono un “contributo”.

“Non possiamo far pagare per i ricongiungimenti, è un servizio che va offerto gratuitamente. L’assistenza ai cittadini stranieri rientra tra i compiti assegnati per legge ai patronati, per i quali non si può chiedere agli utenti di pagare” sottolinea Giulio Baglione, responsabile immigrazione del Cna, organizzazione che si  attiverà attraverso la rete dei patronati Epasa. “Gli sportelli – assicura – sono già pronti a partire”.

Pino Gulia, a capo del progetto immigrati dei patronati Acli, avrebbe preferito un preavviso maggiore: “Abbiamo saputo che si partiva domani solo all’inizio di questa settimana e i nostri operatori non possono ancora accedere al nuovo sistema per familiarizzarci” denuncia. “Anche loro scopriranno tutto domani, insieme ai primi utenti, comunque non dovrebbe essere difficile e contiamo di entrare a regime già nel corso della giornata”.

Domani, comunque, non si temono assalti simili a quelli dei clic day. Il ricongiungimento può essere chiesto in qualunque momento dell’anno, quando si hanno la voglia e soprattutto i requisiti per farsi raggiungere da mogli, mariti, figli e anziani genitori rimasti in patria. Non servono corse contro il tempo perché non ci sono tetti prefissati, semplicemente entra chi ne ha diritto.

“Mi chiedo però se il nuovo sistema sarà sufficiente ad eliminare i ritardi. A Milano si aspettano anche due anni per un ricongiungimento, ci sono migliaia di pratiche in arretrato e allo Sportello Unico il personale è ridotto all’osso” rilancia Maurizio Crippa della Camera del Lavoro meneghina.
Anche Crippa punta il dito contro la scarsa comunicazione da parte del Viminale: “Non c’è stato nemmeno un incontro di coordinamento: rischiamo di fare da cuscinetto tra un’utenza giustamente infuriata e una Prefettura praticamente assente”.

Intanto, puntuali come sempre, si fanno rivedere i soliti furbi. “A Torino ci sono già persone che si spacciano per rappresentanti di associazioni o patronati e chiedono 100 euro agli immigrati per fare il ricongiungimento con il nuovo sistema” denuncia Mohammad Reza Kiavar, coopresidente dell’Anolf all’ombra della Mole. “È bene che si sappia che noi, come gli altri sportelli accreditati, facciamo tutto gratuitamente”.

Elvio Pasca 

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