Roma – 14 febbraio 2012 – ”La questione della concessione della cittadinanza italiana ai figli di emigrati nati e cresciuti in Italia non deve piu’ essere caricata di significati ideologici e divenire il pretesto per strumentalizzazioni di carattere politico. E’ una questione delicata che merita di essere affrontata e discussa senza animosita’ di carattere politico, ne’ da parte di chi la sostiene ne’ tantomeno da parte di chi l’avversa”
Così il senatore e coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, che sulla riforma della cittadinanza va controcorrente rispetto a quella che è la linea ufficiale del suo partito. “Non e’ fra quelle questioni che fanno parte dell’agenda del nuovo governo, ma non si puo’ certo escludere dal libero confronto politico e parlamentare” dice.
”Sono figlio di emigrati e membro di un movimento politico democratico, moderato, riformatore, laico ma che dichiara di ispirarsi ai valori del cristianesimo in quanto sorgente vivificatrice della nostra civilta’. Per queste ragioni –sottolinea Bondi – ritengo che si tratti di una questione da affrontare, per contribuire a far crescere il nostro Paese nell’alveo dei principi di civilta’ dell’Europa”.
”Da questo punto di vista, rispettiamo le opinioni espresse dal ministro Riccardi, abbiamo noi stessi presentato una proposta di legge a firma di Suad Sbai, e personalmente ho molto apprezzato l’impostazione che ne ha dato il ministro Cancellieri, secondo cui la cittadinanza ai figli di immigrati dovrebbe essere concessa ma non automaticamente”, conclude