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Riforma cittadinanza. Chiusa la discussione generale, il testo ora può cambiare

Maggioranza e governo disposti a limature, la più invocata è sul requisito della carta di soggiorno per il genitore. Forza Italia: “Legge attuale è equilibrata”

 

Roma – 4 febbraio 2016 – Nuovo passo avanti in Senato per la riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati.  

Ieri in Commissione Affari Costituzionali è terminata la discussione generale sul disegno di legge già approvato alla Camera che potrebbe far diventare subito italiane 800 mila seconde generazioni. Ora è previsto un veloce giro di audizioni con esperti e associazioni, poi si passerà all’esame  degli emendamenti e alle votazioni che precederanno l’arrivo del testo in Aula. 

Meglio però  frenare gli entusiasmi dei tanti “italiani col permesso di soggiorno” e di quanti insieme a loro  si sentono a un passo da una svolta epocale. La  riforma ha buone chance e non ne ha mai avute così tante, stavolta oltre alla volontà politica ci sono i numeri. Per arrivare però all’approvazione definitiva ci vorranno ancora settimane, forse mesi. 

Se il testo approvato alla Camera verrà modificato in Senato, dovrà fare un altro passaggio alla Camera. Quel testo è “blindato” solo per quanto riguarda alcuni aspetti principali (la riforma riguarda solo le seconde generazioni, lo ius soli deve essere temperato, bisogna dare un ruolo importante alla scuola), ma la maggioranza, la relatrice e il governo sono disposti a limature anche importanti. 

La più invocata riguarda la carta di soggiorno (“permesso Ue per lungosoggiornanti”) chiesta al genitore perché il figlio nato in Italia sia subito italiano. Un modo per temperare lo ius soli.

Quel requisito (voluto da Nuovo Centro Destra) appare a molti discriminatorio, perché è legato a reddito e alloggio e quindi penalizza i figli di immigrati economicamente più disagiati. Preoccupano poi le variegate prassi delle Questure nella concessione (o addirittura nella revoca) del documento. Sostituirlo, ad esempio, con cinque anni di soggiorno regolare permetterebbe di superare questi ostacoli.  

Intanto, non appaiono crepe nel fronte del no alla riforma, con la Lega Nord da tempo sulle barricate e Forza Italia che pare aver dimenticato le aperture in materia dello stesso Silvio Berlusconi. Ieri sono intervenuti in commissione Maurizio Gasparri e Domenico Scilipoti, ed entrambi hanno definito l’attuale legge sulla cittadinanza, che sbatte la porta in faccia a quegli 800 mila,  “equilibrata”. Da  squilibrati chiedere di cambiarla?

Elvio Pasca

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