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Riforma cittadinanza. D’accordo Pd, Idv e Terzo Polo, il Pdl frena, no dalla Lega

Le reazioni al nuovo appello di Napolitano. Turco (Pd): “Diritti e certezza di futuro a milioni di giovani”. Borghezio (Lega Nord): “Napolitano non deve permettersi…”. Gasparri (Pdl): “Ci si può confrontare, ma no a ius soli”

Roma  – 22 novembre 2011  – Non si sono fatte attendere le reazioni della politica al nuovo appello di Napolitano per una riforma della legge sulla cittadinanza che guardi alle seconde generazioni. Disponibili a raccoglierlo Partito democratico, Italia dei Valori e Terzo Polo, contraria la Lega Nord, per il Popolo delle Libertà “non è nel programma”, ma, dice Gasparri, “se ne può discutere”.

“L’invito del Presidente Napolitano è un monito rivolto al Parlamento che non può rimanere inascoltato” dice Livia Turco, responsabile del Forum Immigrazione del Pd. “ Si tratta di dare diritti e certezza di futuro a milioni di giovani che costituiscono la base dello sviluppo economico, ma anche sociale e culturale del nostro paese. Chiusure e diffidenze non considerano le trasformazioni in atto nella società ormai da decenni”.

Il Partito Democratico “è pronto a raccogliere al più presto l’appello del Presidente mettendo a disposizione le proposte di iniziativa popolare per le quali ha già raccolto centinaia di migliaia di firme. E al tempo stesso disponibile al confronto con tutto il Parlamento per trovare una soluzione condivisa”. Dei diritti negati alle seconde generazioni aveva parlato venerdì anche il leader del partito, Pierluigi Bersani, nel suo intervento alla Camera prima della fiducia al Governo Monti.

Massimo Donadi, capogruppo di Idv a Montecitorio, scrive su twitter: ”Pienamente d’accordo con Napolitano. L’avevo scritto pochi giorni fa: cittadinanza ai nuovi italiani. Subito!”. Felice Belisario, che guida i senatori del partito di Di Pietro, dice che “da tempo l’IdV sostiene la necessità di superare gli anacronismi normativi che impediscono, a chi e’ nato in Italia, contribuisce allo sviluppo del Paese ed e’ parte integrante del tessuto sociale, di godere del diritto di cittadinanza. Ora che la Lega non può  più imporre al governo la propria visione intollerante e populista, si deve sviluppare un dibattito parlamentare per approvare subito una legge di civiltà e democrazia che garantisca la cittadinanza ai nuovi italiani”.

Il leader dell’Udc Pierferdinando Casini dice di “condividere pienamente” le parole del Capo dello Stato.

Flavia Perina, di Futuro e Libertà per l’Italia, spera che l’appello del Presidente  “sproni il Parlamento a riprendere l’esame delle proposte di legge sui nuovi italiani. Non e’ un tema che può essere rinviato alla prossima legislatura: la politica abbia il coraggio di determinare scelte inclusive e di aprire il perimetro della cittadinanza a tutti coloro che sono culturalmente italiani, che sono nati in Italia, che amano l’Italia e la considerano la loro patria, ma che per una legge anacronistica restano tutt’oggi dei paria civili e sociali”.  Secondo Perina, c’e’ un consenso largamente condiviso tra le forze parlamentari, inclusi molti colleghi del Pdl, su questo tema: passare dalle parole ai fatti sarebbe il miglior segnale del nuovo clima di responsabilità che si auspica per il Paese”.

Scontata la chiusura della Lega Nord. Il vicepresidente dei senatori del Carroccio, Sandro Mazzatorta, ricorda che il suo partito “si è sempre opposto, quando era in maggioranza a qualsiasi iniziativa legislativa che modificasse le regole di attribuzione dello status di cittadino; a maggior ragione ci opporremo, oggi, che siamo unica forza di opposizione”. Secondo l’eurodeputato Mario Borghezio “il presidente della Repubblica non deve permettersi di imporre, contro la nostra tradizione giuridica millenaria, lo ius soli sul ius sanguinis, stravolgendo così il nostro diritto”, mentre per Matteo Salvini “le priorità per gli italiani e per i padani in particolare non sono nè i soldi per Roma Capitale nè regalare la cittadinanza agli stranieri o ai figli degli stranieri. Napolitano sta proprio esagerando”.

La vice presidente dei deputati del Pdl, Isabella Bertolini, ritiene che “il tema della cittadinanza non è parte del programma del governo Monti e proprio un argomento come questo rischia di far esplodere le naturali diversità delle forze politiche, con le conseguenti ripercussioni sull’esecutivo. Se poi la massima carica del nostro Stato auspica un cambio delle attuali leggi in materia, mi limito ad osservare, con rispetto e sommessamente, che tale cosa e’ appunto un auspicio. Personalmente penso che un tema così delicato non debba essere affrontato sull’onda delle suggestioni mediatiche”.

Il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, dice che “non si possono affrontare le leggi sulla cittadinanza a spallate e con semplificazioni che francamente rischiano di complicare e non di semplificare la vicenda”. ”Non e’ una follia che in Italia viga il principio dello ius sanguinis e non quello dello ius soli. E’ cosi’ in tante parti del mondo. Ci si può confrontare, si può discutere ma siamo in tanti a ritenere assolutamente inopportuno passare ad un regime di ius soli, riconoscendo la cittadinanza a chiunque nasca in Italia. Questa si’ che sarebbe una scelta assurda, che il Parlamento non farà”.

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