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Riforma cittadinanza. L’Italia sono anch’io: “Il Senato faccia presto”

“Molte criticità, ma la priorità è cambiare subito una legge pessima e anacronistica. Grave che non ci siano ancora date certe”

Roma – 31 marzo 2016 – Sulla riforma della cittadinanza si può fare molto di più. Ma per ora è più importante sbrigarsi. 

È il succo del messaggio ribadito ieri a Palazzo Madama dalla campagna l’Italia sono anch’io (oltre 200 mila firme raccolte sotto due proposte di legge popolare per cambiare le regole per diventare italiani e per dare il voto agli immigrati),  nel corso della audizioni davanti all’ufficio di presidenza della Commissione Affari Costituzionali. Un passaggio voluto dai senatori alle prese con la riforma. 

A nome della Campagna ha parlato Neva Besker, della Rete G2 che ha sottolineato le molte “criticità e carenze” del testo approvato in prima lettura alla Camera. Per esempio, spiega una nota,  sul tema delle naturalizzazioni (che non viene nemmeno affrontato), sulle misure atte ad evitare la discrezionalità delle pubbliche amministrazioni nella valutazione delle singole richieste di cittadinanza, sull’introduzione della clausola del possesso, da parte di uno dei genitori, della carta di soggiorno, il cui rilascio è legato al reddito e alle dimensioni dell’abitazione, sulla normativa che riguarda i minori arrivati da piccoli in Italia.

Ciò nonostante, Besker ha ribadito come interesse prioritario delle organizzazioni che fanno parte della Campagna sia quello di superare l’attuale pessima e anacronistica  legislazione con una nuova legge da approvare al più presto. Sarebbe un segnale importante per quel milione di giovani di origine straniera che si sentono italiani di fatto, ma non lo sono per la legge.   

Nelle sue conclusioni, la presidente della Commissione, senatrice Finocchiaro, non ha fornito purtroppo rassicurazioni sui tempi di discussione. Ha fatto presente che hanno la precedenza una serie di provvedimenti già incardinati e che dunque non è possibile per ora indicare una data certa per la discussione e l’approvazione del ddl. 

L’Italia sono anch’io ritiene grave che l’esame del ddl non sia stato nemmeno calendarizzato, dimostrando così indifferenza alla volontà di integrazione delle nuove generazioni di italiani con cittadinanza diversa. Chiede pertanto che tutti facciano quanto di loro competenza per inserire in tempi rapidi e certi l’esame del ddl da parte del Senato.

 

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