Roma – 23 No a una riforma per le seconde generazioni né a una campagna di informazione sulla cittadinanza. Lo ha detto oggi la maggioranza del Consiglio regionale della Lombardia, respingendo con i voti della Lega Nord e della maggioranza del Popolo delle Libertà una mozione urgente che andava in questa direzione.
La mozione era stata presentata da Francesco Prina del Partito Democratico, e oltre alle firme dei consiglieri del Pd aveva raccolto quelle di Idv, Sel, Udc e, mosca bianca nel suo partito, di Vanni Ligasacchi del Pdl. Richiamava, tra le altre cose, il principio di uguaglianza e il fatto che “i figli degli immigrati sono italiani a tutti gli effetti, ma non per legge” ricordando anche gli appelli del capo dello Stato e quelli dell’arcidiocesi di Milano.
Se fosse passata, avrebbe impegnato Roberto Formigoni e la sua giunta a “promuovere una diffusa informazione atta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’acquisizione della cittadinanza italiana ai figli di stranieri, nati in Italia”. Ma anche a “farsi promotore presso la Conferenza Stato-Regione per la promozione di una legge che riconosca la cittadinanza italiana ai minori nati in Italia, da genitori stranieri al più presto possibile”.
“Un’occasione mancata e una scelta, quella di Pdl e Lega, che non va nella direzione dell’uguaglianza e del rispetto dei valori fondamentali di una vera e moderna democrazia. Sono oltre 500mila i bambini e le bambine che frequentano le nostre scuole e parlano la nostra lingua ma la maggioranza che governa questa Regione ha preferito far finta di niente e mettere ancora una volta da parte ogni azione che favorisca un’integrazione positiva” ha commentato Prina dopo la bocciatura.
“La capacita’ storica del popolo ambrosiano e lombardo di accogliere e integrare gli immigrati – ha aggiunto il consigliere del PD – ha fatto grande la nostra Lombardia. Invece questo voto che nasce dal pregiudizio ideologico, scrive una brutta pagina in una delle regioni piu’ importanti d’Europa”.
“Soddisfatti” per l’esito del voto, e c’erano pochi dubbi, i leghisti. Secondo il consigliere Alessandro Marelli “il vero fine ultimo di tutte queste proposte e’ il diritto di voto per gli immigrati. Si tratta di un’operazione di ‘marketing politico’ che aprirebbe alla sinistra, e non solo, un facile mercato elettorale. L’unico effetto che si otterrebbe sarebbe favorire un maggior numero di ingressi, spalancando le porte delle Istituzioni ad associazioni di stampo integralista”.
EP