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Cittadinanza. Turco: “In Parlamento c’è maggioranza per unire vecchi e nuovi italiani”

“Partiti rinuncino alle etichette, sullo ius soli temperato ci può essere una larga condivisione. Facciamolo subito per il bene del Paese, proprio nei 150 anni dell’Unità”. Intervista

 

Roma –  24 novembre 2011  – “Le forze politiche rinuncino alle etichette e convergano su una riforma della cittadinanza per le seconde generazioni. È possibile un larga intesa sullo ius soli temperato, un atto di umanità e buon senso che guardi al futuro del Paese, lo renda più forte e costruisca finalmente un’unità d’Italia tra vecchi e nuovi cittadini”.

Ne è convinta Livia Turco, presidente del Forum Immigrazione del Partito Democratico.  “Venendo meno il governo Berlusconi – spiega  a Stranieriinitalia.it – è venuto meno l’appoggio della Lega, una forza politica che è sempre stata molto ostile agli immigrati e alla riforma della cittadinanza,  come dimostrano anche le dichiarazioni di questi giorni. Prima c’era un governo che sul tema della cittadinanza ha ostacolato il formarsi di una maggioranza parlamentare favorevole al cambiamento”.

E ora?
“Ora c’è un governo composto da  persone che hanno serietà, competenza e spirito di apertura verso gli immigrati,  un governo che vuole dialogare col Parlamento” .

Ma perché un governo e un Parlamento impegnati soprattutto nel gestire un’emergenza economica dovrebbero occuparsi anche di diritti di cittadinanza?
“Questo tema è stato posto qualche giorno fa  nel suo intervento dal capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini e l’ha ripreso con molto vigore come hanno potuto sentire tutti gli italiani Pierluigi Bersani. Noi del partito democratico vogliamo che venga affrontato in questi mesi difficili perché pensiamo che il nostro Paese,  proprio perché attraversa una grave crisi economica e sociale,  abbia bisogno di costruire coesione e solidarietà,  di avere un atteggiamento umano.

Ha quindi un valore anche simbolico?
Parlare oggi di cittadinanza per i figli degli immigrati, cambiare una legge così ostile, così disumana è un atto di umanità e di buon senso e a me pare che sia molto importante che proprio oggi la politica mostri ragionevolezza, senso di equità, competenza e, appunto, umanità.

Le proposte di riforma sono tante, vecchie e recenti, sono in Parlamento ma anche nelle strade, dove si raccolgono firme per una legge di iniziativa popolare. Come si può trovare un’intesa?
Credo che ci si possa intendere sullo ius soli temperato. Noi diciamo che deve essere italiano chi nasce in Italia da immigrati che dimostrano già un certo radicamento, e il parametro possono essere cinque anni di residenza regolare,  o i minori arrivati qui da piccoli che completano un ciclo scolastico. Convergiamo su questo, concentriamoci sul merito lasciando da parte le etichette politiche, e potremo riformare la legge.

Su che numeri pensa si possa far affidamento? Il no della Lega è certo, ma cosa si aspetta dal Popolo delle Libertà?
Mi aspetto condivisione, credo che si possa costruire una maggioranza larga. Riconoscere che chi nasce e cresce in Italia è italiano, cambiare un legge così severa da rappresentare un caso unico in Europa, significa anche rendere più forte l’Italia e il principio della coesione nazionale. Ed è importante farlo mentre si celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia. Questa non si costruisce guardando solo alle nostre radici, ma anche guardando al futuro, alle nuove energie e potenzialità. L’ Unità d’Italia oggi non può che essere tra vecchi e nuovi italiani.

Elvio Pasca

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