In Senato ancora non vengono a capo della montagna di emendamenti leghisti. Intanto le seconde generazioni incalzano il premier via social, invano
Roma – 19 maggio 2016 – Sulla cittadinanza italiana ai figli degli immigrati, per ora ha vinto la Lega Nord. Nel senso che non se ne parla. O, meglio, che in Parlamento non si riesce a ricominciare a parlarne, anche a causa dell’ostruzionismo del partito di Salvini.
Pareva il momento giusto. A tre settimane dalla presentazione di oltre settemila emendamenti, quasi tutti del Carroccio, oggi la Commissione Affari Costituzionali del Senato aveva di nuovo la riforma all’ordine del giorno. Verosimilmente, solo per un passaggio formale, con la presidente Finocchiaro che avrebbe annunciato: “Sono stati pubblicati gli emendamenti”.
Il problema è che negli uffici della Commissione il lavoro per mettere in ordine e informatizzare quella montagna di emendamenti non è ancora finito. La pubblicazione è rimandata, “speriamo di farcela la prossima settimana” dicono, e anche la convocazione di oggi pomeriggio è stata aggiornata, eliminando la riforma della cittadinanza dagli argomenti in discussione. Ennesimo rinvio.
Intanto, le seconde generazioni, si rivolgono direttamente al presidente del Consiglio. Un nutrito gruppo di figli di immigrati si è coordinato su Facebook e su Twitter e si è dato appuntamento ieri sera per il #Matteorisponde, la diretta social Renzi-Italiani. Tutti hanno chiesto al governo di darsi una mossa, usando le parole d’ordine #Riformacittadinanzasubito e #Stranieroachi.
Tra loro c’era anche Paula Baudet Vivanco, una dei fondatori della Rete G2, che ha ricordato su Fb a Renzi che “Tantissimi bambini e adolescenti aspettano di essere considerati figli e non figliastri”, o che “Chi cresce nelle scuole italiane è Italiano, ma una legge non lo riconosce”. La scrittrice Igiaba Scego ha incalzato il premier via Twitter: “In campagna ha promesso #riformacittadinanzasubito, ma è ancora tutto al palo. Perché?”, “In Italia un Sadiq Khan c’è, ma non può votare. Siamo senza diritti noi g2”.
L’associazione QuestaèRoma, ha riproposto un parallelismo molto in voga in questi giorni, cinguettando: “Finalmente le unioni civili, quando l’approvazione definitiva della riforma della cittadinanza?”. C’è pure qualche attivista che si è fatto prendere la mano, come Shehan Teixeira: ha postato una ventina di domande e commenti con #Riformacittadinanzasubito e #Stranieroachi, finché il suo account è stato bloccato.
Risposte del premier? Nessuna. In questo, come nei precedenti appuntamenti online, #Matteononrisponde sulla riforma della cittadinanza. Probabile che prima o poi sia costretto a farlo, anche perché i diretti interessati non mollano: “Stiamo pensando di farlo diventare un appuntamento fisso. Ogni volta che lui dice che risponde – promette Vivanco – noi ci saremo.”
Elvio Pasca