Le modifiche proposte dai promotori della proposta di legge popolare. “Nuove regole anche per gli adulti”
Roma – 15 settembre 2015 – La proposta di riforma della cittadinanza per le seconde generazioni all’esame della commissione affari costituzionali della Camera è certo “un passo avanti”. Ma perché i figli degli immigrati possano davvero diventare italiani servono alcune modifiche.
Ad elencarle sono i promotori della campagna l’Italia sono anch’Io, che con duecentomila firme raccolte tra i cittadini italiani sotto una proposta di legge popolare ben più ampia (riguardava anche gli adulti) ha fatto da pungolo al Parlamento.
Innanzitutto, ha scritto Nazzarena Zorzella (Asgi) sull’ultimo numero di Arcireport, il requisito della “residenza legale, senza interruzioni” dei genitori (almeno 5 anni) andrebbe sostituito con quello del “soggiorno legale”. Considerando l’iscrizione all’anagrafe anziché il permesso di soggiorno, si rischia infatti che “inadempimenti o difficoltà degli adulti si ripercuotano sui minori incolpevoli”.
Si propone poi “un obbligo di informazione da parte dell’ufficiale di stato civile in alcuni specifici casi, per favorire la conoscenza e dunque l’effettivo esercizio del diritto”. Andrebbe poi eliminato il requisito della convivenza del figlio minore con il genitore che acquista la cittadinanza italiana, perché penalizza, ad esempio, i figli di genitori separati, per sostituirlo con il requisito della “non decadenza dalla potestà genitoriale”.
L’Italia sono anch’io propone anche l’introduzione di una norma sui minori disabili e sugli interdetti, inabilitati e beneficiari di amministrazione di sostegno, ai quai oggi viene negato il diritto di acquistare la cittadinanza perché non possono presentare al dichiarazione di volontà e prestare giuramento. Una “discriminazione gravissima”, scrive Zorzella.
È inoltre fondamentale salvare, con una norma transitoria, quanti “avevano alla nascita i requisiti previsti dalla nuova legge e che hanno compiuto il ventesimo anno di età prima dell’entrata in vigore della stessa”. Il testo attuale sembra averli dimenticati, rischiano di non diventare italiani solo perché non sono più dei ragazzini.
L’Italia sono anch’io torna infine a chiedere che si pensi anche agli adulti, rivedendo tempi e regole delle naturalizzazioni. “Il Parlamento si attivi per riformare l’intera legge sulla cittadinanza, rendendola più conforme alla nuova composizione sociale determinata dai cittadini stranieri stabilmente soggiornanti in Italia (più della metà dei quali hanno uno status di soggiornanti a tempo indeterminato). I tempi sono maturi”.