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Riforma di Schengen, le proposte della Commissione Ue

La reintroduzione dei controlli alle frontiere dovrà essere decisa a Bruxelles, non dai singoli Stati. Malmstroem: “Rafforzando la dimensione europea, proteggiamo la libera circolazione”

Roma – 16 settembre 2011 – Più attenzione all’applicazione delle regole sulla libera circolazione e reintroduzione dei controlli alla frontiere decisa a livello europeo, non dei singoli stati.  Sono i contenuti di due proposte presentate stamattina a Bruxelles dalla Commissione Europea per rafforzare l’area Schengen. Annunciate da mesi, verranno ora esaminate dal Parlamento e dal Consiglio Europeo.

Bruxelles vuole monitorare l’applicazione delle regole sulla libera circolazione inviando nei singoli Stati, anche a sorpresa, team di esperti di altri Stati membri e dell’Agenzia delle frontiere. Questi faranno raccomandazioni alle quali gli Stati sotto esame dovranno adeguarsi. Inoltre, due volte l’anno Consiglio e Parlamento dovranno discutere sullo stato di salute dell’area Schengen in base di un rapporto presentato dalla Commissione.

Sarà però la seconda proposta presentata stamattina a trovare più resistenze tra i governo europei. Prevede infatti che eventuali sospensioni del trattato di Schengen, con la conseguente reintroduzione dei controlli alla frontiera, vengano decise a Bruxelles e non, autonomamente, dai singoli governi. Uno scenario contro cui già si sono espressi, nei giorni scorsi, Francia, Spagna e Germania.

La reintroduzione dei controlli alla frontiera scatterà, come ora, solo se ci sono minacce all’ordine pubblico e alla sicurezza interna di uno Stato, ma verrà decisa dalla Commissione Europea e in base a un’indicazione della maggioranza qualificata degli esperti dei paesi membri. Durerà per un periodo di trenta giorni, rinnovabile.

Per emergenze improvvise che richiedono un intervento urgente, gli Stati membri potranno reintrodurre unilateralmente i controlli, ma solo per cinque giorni, dopodiché servirà comunque il via libera di Bruxelles.

Se uno Stato non riesce a difendere i confini esterni potrà contare sul supporto tecnico ed economico della Commissione, degli altri Stati membri, di Frontex e di altre agenzie europee. Se questi interventi non dovessero bastare, potranno essere reintrodotti temporaneamente i controlli alle frontiere interne, sempre però con una decisione presa a livello europeo.

“Con queste proposte stiamo salvaguardando il futuro di Schengen” ha detto il commissario Cecilia Malmstroem. “Per rendere il sistema più efficiente, dobbiamo assicurare che la sua governance sia basata su regole chiare e trasparenti. Rafforzando la dimensione europea di Schengen proteggiamo uno dei traguardi più importanti dell’Ue: la libera circolazione dei suoi cittadini”.

Elvio Pasca

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