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Rifugiati. La Manna: “Criminalizzato chi ha diritto all’asilo”

Il direttore del Centro Astalli: “Milioni spesi per controllare le frontiere potrebbero salvare vite umane”. Aumentate del 30% le richieste di protezione in Italia

Roma – 27 agosto 2013 – “Se tutti i Paesi democratici e civili riconoscono il diritto all’asilo politico qualcuno deve avere il coraggio e l’onestà di spiegare ai cittadini come si possano mantenere politiche di chiusura e di contrasto che di fatto impediscono a uomini e donne in fuga dalla guerra di avvalersi di questo diritto?”

Lo chiede “a chi ha il compito di governare” padre Giovanni La Manna, direttore del Centro Astalli di Roma. La struttura di accoglienza per i rifugiati gestita dai gesuiti il 10 settembre verrà visitata il 10 settembre da papa Francesco.

“Come fa una famiglia che scappa dalla Siria, senza documenti perché è troppo pericoloso portarli addosso, ad arrivare in sicurezza e in maniera regolare?” insiste La Manna in un’intervista all’Osservatore Romano. “Si criminalizzano come clandestini persone alle quali poi si riconoscerà il diritto di asilo politico”.

Il gesuita aggiunge che “è per questo che continuiamo a chiedere canali umanitari sicuri. Si spendono milioni e milioni di euro per controlla re le frontiere o per mandare aerei e navi con l’idea di interventi militari per ristabilire la pace, quando invece questi stessi soldi e questi stessi mezzi potrebbero essere utilizzati per salvare delle persone”.

“Queste domande – conclude La Manna – vanno poste, a voce alta. E la politica deve rispondere”.

Secondo un report Eurostat segnalato dal Consiglio italiano per i rifugiati, nel primo trimestre del 2013 in Italia sono state presentate 4910 domande d’asilo, con un aumento del 31% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il nostro Paese è al sesto posto nell’Ue per numero di richieste.

 

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