Morcone: “Sull’accoglienza stiamo dando una lezione a tutta l’Europa, ma non si può gettare tutto sulle nostre spalle”
Roma – 20 agosto 2014 – Per i profughi l’Italia punta al mutuo riconoscimento. La possibilità, cioè, che chi ottiene protezione qui possa andare a vivere e a lavorare anche in altri Paesi dell’Unione Europea.
“Se si lavora tanto per costruire un’Europa dell’Asilo, al punto che è stato istituito un ufficio ad hoc a Malta, e se si discute di standard comuni delle procedure da far adottare a tutti gli Stati membri, allora anche l’obiettivo non può che essere unico per tutti: il documento di asilo deve essere riconosciuto da tutti i 28 Paesi dell’Unione” spiega oggi al Corriere della Sera Mario Morcone, capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del ministero dell’interno il prefetto.
La proposta verrà portata a novembre al prossimo vertice Ue sull’immigrazione. Del resto, per chi fugge da guerre e persecuzioni e approda sulle nostre coste, l’Italia è solo una prima tappa. I più vogliono spostarsi in altri paesi dell’Ue, dove si trovano familiari e altri connazionali. E per evitare di rimanere bloccati qui dalle procedure d’asilo spesso si sottraggono all’identificazione e fuggono oltre confine.
“Sull’accoglienza agli immigrati stiamo dando una lezione a tutta l’Europa — ribadisce il capo del Dipartimento immigrazione — con l’instabilità politica dei Paesi che ci circondano, dalla Libia alla Siria, ai Paesi del corno d’Africa, al Mediterraneo, stiamo accogliendo un numero altissimo di persone. Ma non si può gettare tutto sulle nostre spalle. L’Italia chiede condivisione. E più che maggiori risorse dall’Europa vogliamo una distribuzione più equa dei rifugiati. Ciascuno faccia la sua parte"