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Rimesse: dall’Italia 6 miliardi di euro in un anno

Dal 2000 decuplicati gli invii di denaro degli immigrati. 1,6 miliardi in Cina. Ricerca del Centro Studi Sintesi

Roma – 7 novembre 2008 – Lo scorso anno gli stranieri in Italia hanno spedito a casa almeno 6miliardi di euro. Un flusso di liquidità pari allo 0,4% della ricchezza complessivamente prodotta a livello nazionale e che dal 2000 al 2007 è cresciuta di quasi dieci volte (+927%).

Senza contare che questo è solo il denaro passato per i canali ufficiali (banche, poste, agenzie…), censiti dall’Ufficio Italiano Cambi. Per avere una visione d’insieme bisognerebbe considerare anche la consistente fetta di risparmi affidati a familiari, conoscenti e corrieri che tornavano in patria, o spediti attraverso intermediari non registrati.

Sono i dati che emergono da una ricerca del Centro Studi Sintesi di Venezia sulle rimesse degli immigrati in Italia.

Basandosi solo su statistiche ufficiali, i ricercatori hanno contato meno di 3 milioni di residenti stranieri nel 2007, stimando quindi che ognuno  di loro, in media, ha trasferito poco più di 2.000 euro nel proprio Paese. Considerando però la reale consistenza degli stranieri regolari, anche non iscritti all’anagrafe, (secondo Caritas circa 4 milioni) e aggiungendo gli irregolari (che pure spediscono denaro),  il dato scenderebbe sensibilmente.

Oltre un quarto del denaro è partito dal Lazio (26%), quindi da Lombardia (20,6%), Toscana (14,4%) e Veneto (6,7%). Il Lazio primeggia anche per la consistenza delle rimesse rapportate al Pil prodotto dalla regione (0,94%) e per la somma complessiva portata fuori da ciascun residente nella regione (4.766 €).  Valori al di sopra della media nazionale di 2.057 €, si registrano tra le rimesse pro capite delle regioni Toscana (3.702 €), Sardegna (2.875 €) e Campania (2.864 €). Gli aumenti più consistenti nelle rimesse nel periodo 2000-2007 hanno riguardato invece la Valle d’Aosta, la Toscana, il Piemonte e l’Umbria.

A livello provinciale solo Roma raccoglie quasi un quarto delle intere rimesse nazionali (24,9%), seguita a ruota da Milano, distanziata con oltre 10 punti percentuali (13,6%). Seguono poi due province toscane, con Prato (7,4%) che precede il capoluogo regionale Firenze (4,0%). Le province in cui sono si sono registrati i maggiori aumenti dal 2000 al 2007 sono Rieti e Viterbo. Quanto  a rimesse pro-capite, ai primi posti della classifica si trovano le province di Prato e di Roma, i cui stranieri residenti nel 2007 avrebbero inviato nei propri paesi d’origine somme pari, rispettivamente, a 17.218 € e 5.404 €. Questi “record” denunciano probabilmente una maggiore incidenza di stranieri irregolari.

Il paese che nel 2007 ha ricevuto più denaro proveniente dal nostro paese è la Cina con un ammontare complessivo di 1,6 miliardi di €.  Al secondo posto si colloca la Romania che assorbe il 13,1% delle rimesse complessive. Seguono a ruota, con incidenze inferiori, le Filippine e il Marocco. Paesi che hanno risalito tale classifica sono il Senegal, il Brasile e l’Albania.

I ricercatori del Centro Studi Sintesi parlano di “un fenomeno che sta evolvendo non solo quantitativamente ma anche qualitativamente. Le rimesse non costituiscono solo un importantissimo apporto finanziario per le famiglie e per gli Stati di provenienza degli espatriati ma anche uno strumento di crescita e progresso ideale e sostenibile”.

“Si tratta di un mezzo in grado di generare uno sviluppo autonomo, in quanto possibile grazie all’impegno degli stessi cittadini dei paesi poveri, la maggior parte dei quali appartenenti alle classi con reddito basso. Inoltre, a livello macroeconomico, l’afflusso delle rimesse rafforza la bilancia nazionale dei pagamenti dei paesi più poveri riducendo il loro debito nei confronti dei paesi più ricchi” spiegano gli studiosi.


Scarica la ricerca del Centro Studi Sintesi

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