Roma – 17 gennaio 2013 – Non c’è bisogno di un’espulsione per accedere ai programmi di rimpatrio assistito. E per gli irregolari che tornano nel Loro paese utilizzando questo canale non è previsto il divieto di reingresso in Italia.
È l’orientamento della direzione immigrazione e polizia delle frontiere del ministero dell’Interno, chiarito in una risposta sollecitata dalla Questura di Milano. Una posizione comunque non definitiva, dal momento che si aspetta anche il parere della direzione dei servizi civili per l’Immigrazione e l’asilo.
La circolare ricorda che per gli stranieri ammessi ai programmi di rimpatrio assistito vengono sospesi respingimento, l’espulsione o il foglio di via. Sottolinea però anche che, quando parla di questi programmi, il testo unico per l’Immigrazione non fa nessun rimando alle norme sulle espulsioni “e non subordina l’accesso ai programmi di rimpatrio assistito alla preliminare adozione di un provvedimento di espulsione a cura del Prefetto”.
La legge vuole insomma “incentivare l’esodo volontario dello straniero irregolarmente presente nel territorio nazionale” e il rimpatrio assistito è uno degli strumenti per realizzare questo obiettivo. Per lo stesso motivo, non scattano l’espulsione e il divieto di reingresso per i clandestini pizzicati dalla Polizia alla frontiera mentre cercano di lasciare l’Italia.