Roma – 6 febbraio 2012 – Dal primo gennaio, romeni e bulgari possono essere assunti senza restrizioni, con le procedure previste per gli italiani e per gli altri cittadini comunitari. È terminato infatti il regime a doppio binario che prevedeva assunzioni libere nei settori con più richieste di manodopera e un’autorizzazione preventiva da parte dello Sportello Unico per l’immigrazione in tutti gli altri.
Alla fine di dicembre era stata l’ambasciata romena in Italia ad annunciare che il governo italiano aveva rinunciato alle restrizioni, “una gesto di apertura, la prova dell’eccellente livello di cooperazione tra i due Paesi” diceva la rappresentanza diplomatica. Una scelta non seguita da altri nove Paesi dell’Ue (Belgio, Germania, Irlanda, Francia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria e Gran Bretagna) che continuano ad avvalersi di una clausola di salvaguardia prevista dai trattati di adesione.
Venerdì scorso, anche i ministeri del lavoro e dell’Interno hanno confermato che “L’Italia non ha deciso di prorogare il regime transitorio relativamente alle limitazioni per l’accesso al mercato del lavoro nei confronti dei lavoratori subordinati di Romania e Bulgaria”. “Pertanto – si legge in una circolare congiunta – dal 1° gennaio di quest’anno, per effetto del meccanismo automatico previsto dal Trattato di adesione all’Unione Europea dei predetti Stati, le limitazioni all’accesso al lavoro nei settori produttivi per i quali operava la restrizione devono ritenersi decadute”.
“Il governo Monti ha avuto il coraggio di rinunciare alle (poche) restrizioni che i lavoratori romeni avevano sul mercato del lavoro in Italia. Non avendo un interesse politico e non dovendo accontentare un elettorato in cerca di capri espiatori, il governo ha semplicemente eliminato la burocrazia che ancora pesava in alcuni settori” commenta Sorin Cehan, direttore del settimanale Gazeta Românească.
“Nessuno – sottolinea Cehan – ha protestato, da sinistra o da destra, segno che tutti lo considerano un fatto normale. La decisione segna simbolicamente il pieno riconoscimento del nostro statuto di cittadini comunitari”.
Scarica la circolare congiunta dei ministeri dell’Interno e del Lavoro
Elvio Pasca