"Dobbiamo promuovere i nostri valori e le nostre regole". "La cittadinanza non è strumento di integrazione" Roma – 5 gennaio 2010 – "Apprezzo che Fini si sia lasciato alle spalle posizioni che erano molto vicine a quelle della Lega, e che rigetti del tutto quel tipo di xenofobia. Ma non condivido certe scorciatoie che rischiano di essere superficiali, come alludere all’ora di islam’ a scuola, oppure l’idea salvifica della concessione della cittadinanza agli stranieri".
Così il leader di Alleanza per l’Italia Francesco Rutelli, intervistato oggi su ‘Il Giornale’.
"Penso -aggiunge Rutelli- che l’esperienza debba spingerci verso un percorso, tipo una ‘patente a punti’, al termine del quale c’e’ la cittadinanza italiana. Niente di burocratico, o assoggettabile a corruzione, ma, certo, occorre anche una ‘dichiarazione di laicita”. Che valga per tutti, e serva per separare esplicitamente il comando religioso dai doveri verso la Repubblica".
Secondo il leader di Api, "in Europa abbiamo inseguito per molti anni un’idea sbagliata: che si debba andare verso una societa’ multiculturale. Da tempo dico che il multiculturalismo e’ una strada senza uscita, e’ un’astrattezza. Dobbiamo promuovere i nostri valori e le nostre regole, e dialogare con le culture di chi viene a lavorare e vivere in Italia da altri Paesi. Ovvero: pluralismo culturale e integrazione. Non velleitario egualitarismo, ne’ concessione della cittadinanza italiana come strumento di integrazione. Al contrario: la cittadinanza e’ il punto di arrivo dell’integrazione".
Sì, invece, alla costruzione di nuove moschee: "il credo fondamentalista è più facile da diffondere in un garage o una moschea clandestina, oppure in un luogo dignitoso, controllato e trasparente, dove gli imam estremisti non abbiano accesso?" chiede Rutelli.