I genitori arrivarono dal Pakistan alla fine degli anni 60, è cresciuto in una casa popolare. “Tutti abbiano le opportunità che la nostra città ha dato a me e alla mia famiglia”
Roma- 6 maggio 2016 – “La mia identità ha più facce: sono musulmano, britannico, europeo, laburista, avvocato, padre. Ho amici di tutte le religioni e amo Londra perché le rispetta tutte”. Sadiq Khan, appena eletto sindaco di una delle città più multietniche del mondo, si presentava così qualche tempo fa in un’intervista.
La sua storia è quella di una “seconda generazione” di successo. I genitori arrivarono a Londra dal Pakistan alla fine degli anni ’60, poco prima che lui nascesse. È cresciuto in una casa popolare con sei fratelli e una sorella.
“Ero circondato da mamma e papà che lavoravano sempre, così appena, ho potuto avere un lavoro, ho lavorato” ha raccontato. Da ragazzo ha consegnato giornali e fatto il muratore, poi gli studi in legge l’hanno lanciato in una carriera da avvocato, specializzato nella difesa dei diritti umani e civili. Poi è arrivata la politica: entrato nel partito laburista, Khan è stato prima consigliere locale, quindi deputato e ministro.
Ora sarà il primo sindaco di Londra figlio di immigrati e musulmano. II suo avversario, il candidato conservatore Zac Goldsmith, lo ha accusato di essere stato in passato vicino ad estremisti islamici. “Li combatto da una vita, ho già detto molto chiaramente che considero i loro punti di vista ripugnanti” ha tagliato corto Khan, che per le sue posizioni a favore dei matrimoni omosessuali è stato anche minacciato di morte da quegli stessi estremisti.
La sua campagna elettorale è stata incentrata sulla mancanza di alloggi a prezzi abbordabili e sui costi dei trasporti pubblici. “Chiedo ai londinesi di scegliere la speranza anziché la paura” è stato il suo ultimo appello prima che si andasse alle urne. “E di darmi la possibilità di assicurare che tutti i londinesi abbiano le opportunità che la nostra città ha dato a me e alla mia famiglia. Così che io possa essere il sindaco di tutti”.
EP