Roma – 8 novembre 2011 – Saidou Gadiaga è morto il 12 dicembre dello scorso anno dopo essere stato colpito da un attacco di asma mentre era rinchiuso in una cella della caserma Masotti, sede del comando provinciale dei carabinieri di Brescia.
Era un cittadino senegalese di trentasette anni, arrestato il giorno prima perché non aveva un permesso di soggiorno e non aveva obbedito a un vecchio foglio di via. Un reato, conviene ricordarlo, che contrastava con la direttiva rimpatri e quindi fu cancellato la scorsa primavera da una sentenza della Corte di Cassazione. Sulla sua morte è stata aperta un’inchiesta, ma ora il pm ha chiesto l’archiviazione.
Un video registrato da una telecamera di sorveglianza della caserma e pubblicato parzialmente oggi sul sito Repubblica metterebbe però in dubbio, secondo il quotidiano, la tempestività dei soccorsi.
“Da quando si vedono le dita di Gadiaga sporgere dallo spioncino (sono le 7.44, l’uomo sta chiedendo aiuto già da parecchi minuti) all’arrivo del carabiniere, passano due minuti e 35 secondi. Gadiaga, uscito finalmente dalla cella, cade a terra alle 7,52: otto minuti dopo essersi sporto dalla camera. Altri 120 secondi e arrivano i medici del 118” scrive Paolo Berizzi.
Un cittadino bielorusso che era rinchiuso nella cella accanto ha raccontato di essere stato svegliato da Gadiaga che picchiava contro la porta e chiedeva aiuto con la voce strozzata. Prima che i militari intervenissero, sarebbero però passati “15-20 minuti, durante i quali l’uomo continuava a gridare e a picchiare le mani contro la porta”.
Quando si attivano i soccorsi, è ormai troppo tardi. L’autopsia conferma che Gadiaga è morto per un “gravissimo episodio di insufficienza respiratoria comparso in soggetto asmatico”, ma anche che “era clinicamente già deceduto all’arrivo dell’autoambulanza”.
Eppure, i carabinieri hanno dato alla Procura e al consolato senegalese (che ha chiesto chiarimenti sulla vicenda) una versione diversa. Nella loro relazione di servizio dicono che Gadiaga è morto in ospedale per un aneurisma ed escludono che non sia stato soccorso immediatamente, hanno anzi conferito un’ onorificenza al maresciallo che ha aperto la porta della cella.
“Perché i carabinieri hanno detto che Gadiaga è morto in ospedale e non in cella?” chiede l’avvocato Manlio Gobbi. “Chiediamo nuove indagini, da subito”.
EP