L’atto di eroismo si ritorce contro un kosovaro a Bolzano. È clandestino: "Datemi una possibilità"
Bolzano – 7 novembre 2008 – Ha rischiato al vita per salvare un anziano. Volevano premiarlo, rimedia un’espulsione.
È la beffa amara di cui è rimasto vittima Sedat Rexhepi, 29 anni, un cittadino kosovaro che vive a Brunico, in Alto Adige. Non ha un permesso di soggiorno in tasca, ma in questi anni ha sempre trovato lavoro, in nero, nei cantieri edili della zona.
Due giorni fa, mentre passava in bici nei pressi del torrente Rienza, Rexhepi ha sentito gridare delle persone: chiedevano aiuto per un anziano caduto in acqua. Senza esitare si è quindi tuffato nel torrente con Giampaolo Mingrone, un sottoufficiale degli alpini, e insieme sono riusciti riportare il nonnetto in salvo a riva.
Una volta fuori dall’acqua, forse per paura che arrivassero le forze dell’ordine, Rexhepi è fuggito, ma Mingrone si è messo sulle sue tracce per farlo premiare e quando l’ha trovato, in buona fede, lo ha convinto a presentarsi alla caserma dei carabinieri, dicendogli che avrebbero preso in considerazione la sua vicenda.
Probabilmente Rexhepi sperava in un permesso per meriti civili. Invece da Brunico è stato trasferito a Bolzano, in Questura, e qui si è visto appioppare un’espulsione: cinque giorni per lasciare l’Italia. Ora dice che non se ne andrà, che farà ricorso per restare legalmente in Italia: "Basta che mi diano una possibilità".
EP