Roma – 26 febbraio 2014 – Giovanni Sartori veleggia da tempo in mari perigliosi per il mondo civile. Con un riflesso pavloviano, teorizza a gran voce la “non integrabilità” in Italia di determinate etnie (africani e arabi) e fedi religiose (islamica) ogni volta che si accenna a una riforma della cittadinanza e grida subito all’invasione quando si discute di immigrazione.
A questa lunga serie di esternazioni si è unita ieri un’intervista a Dagospia, nella quale commenta i primi passi del governo Renzi. Concentrando i suoi strali contro la proposta sulla quale il neopremier conta di trovare un punto di intesa in Parlamento: far diventare italiani i figli degli immigrati dopo un ciclo scolastico.
“Mi ha colpito più che altro – spiega il politologo – la sua nuova proposta sullo ius soli, anche se per ora l’ha messa in secondo piano. Come è noto, io sono contrarissimo allo ius soli, ma di tutti i progetti che sono stati tirati fuori su questa materia, quello di Renzi è il più stupido, superficiale, avventato e sconcertante che abbia mai sentito, perché prevede di concedere la cittadinanza italiana a chiunque faccia cinque anni di scuola”.
“Ma davvero – chiede Sartori – vogliamo credere che bastino cinque anni alle elementari per fare un cittadino italiano?”. Poi il solito colpo all’islam, che non risparmia nemmeno i minori: “Per essere un cittadino italiano devo aver consapevolmente accettato il principio di separazione tra Stato e Chiese e aver rigettato il diritto teocratico o di Allah. Ma come si fa a dare la cittadinanza dopo cinque anni di scuola, senza distinguere se un bambino è islamico?”.
Secondo il Professore siamo di fronte a un caso di “irresponsabilità grave”. “Perché non solo già oggi non sappiamo dove mettere gli immigrati, visto che noi italiani abbiamo ripreso a partire per l’estero alla ricerca di un lavoro, ma concediamo loro tutti i diritti, compresi quelli di voto. E un giorno saranno la maggioranza anche in questo Paese, come ho appena scritto nel mio prossimo libro”. Accattatevillo!
Elvio Pasca