Risoluzione a Strasburgo: “Commissione dia uomini, mezzi e fondi. Valga il principio di solidarietà”
Roma – 10 marzo 2011 – L’Ue deve aiutare l’Italia e gli altri paesi di frontiera a fronteggiare gli sbarchi dal nord africa. Lo chiede il Parlamento europeo in una risoluzione adottata a Strasburgo al termine della discussione sulla crisi libica.
L’ Europarlamento, si legge in una nota, è “preoccupato per la forte crisi umanitaria che ha già costretto più di 200.000 persone a fuggire dalla Libia”. Per questo, “chiede ai governi nazionali di garantire trasporto marittimo e aereo per aiutare il rimpatrio o l’accoglienza degli emigrati, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, e anche assistenza per le persone che fuggono in Tunisia, cosi come richiesto dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM)”.
“Su richiesta dei deputati italiani e maltesi, e nonostante alcune perplessità iniziali provenienti da altre delegazioni nazionali, la risoluzione alla fine chiede anche ‘applicazione del principio di solidarietà, stabilito nel Trattato, e quindi la condivisione della responsabilità nel controllo delle frontiere”. In particolare, aggiungono i deputati, “la Commissione dovrebbe predisporre le risorse umane, finanziarie e tecniche per assistere i paesi di confine dell’UE in caso di migrazioni di massa”.
L’Europarlamento ha anche chiesto ai governi UE di riconoscere il Consiglio nazionale della transizione come l’autorità che rappresenta ufficialmente l’opposizione libica. Inoltre l’ue dovrebbe prepararsi alla possibile istituzione di una “no-fly zone” per impedire a Gheddafi di colpire la popolazione e aiutare il rimpatrio di chi fugge dalla violenza.
In vista del vertice straordinario di domani sulla Libia e il Nordafrica, gli eurodeputati propongono poi ai governi Ue di congelare anche i fondi controllati dall’Autorità libica per gli investimenti e i ricavi delle vendite di gas e petrolio. Dovrebbero poi predisporre una politica di vicinato “che abbia come priorità l’indipendenza del potere giudiziario, la lotta alla corruzione, la libertà di stampa e il rispetto dei diritti fondamentali”.