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Sbarchi. Morcone: “Futuro preoccupa, distribuire l’accoglienza in tutta Italia”

"Arrivi stabili, ma tutto dipende dalla Libia. Se gli 80 mila rifugiati potessero essere accolti dagli oltre 8000 mila comuni italiani, grandi e piccoli, la media sarebbe di una decina di persone per comune"

Roma – 26 marzo 2015 – "Siamo preoccupati sugli arrivi nel 2015 perche' ripetere una operazione umanitaria come quella messa in campo nel 2014 e' problematico".

Lo ha detto ieri il Capo Dipartimento per le liberta' civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, prefetto Mario Morcone, nell' audizione davanti al Comitato Schengen nell'ambito dell'indagine "conoscitiva sui flussi migratori in Europa attraverso l'Italia, nella prospettiva della riforma del sistema europeo comune d'asilo e della revisione dei modelli di accoglienza".

"Attualmente – ha spiegato Morcone – abbiamo in accoglienza circa 80 mila persone, di cui 13 mila sono minori". Nel mese di marzo il trend degli arrivi risulta sostanzialmente stabile – forse anche a causa del maltempo- rispetto ai primi tre mesi del 2014. "Questo non vuol dire nulla – ha sottolineato Morcone – perche' bisogna capire cosa accadra' nei quadranti di crisi, in particolare in Libia".

La gran parte dei rifugiati sono inseriti nei programmi Sprar finanziati all'80 per cento con fondi del ministero dell'Interno e che vedono impegnati nell'accoglienza i Comuni e le Regioni. "Per noi – ha detto Morcone – il modello Sprar e' la via maestra".

Morcone ha poi lanciato alcuni spunti di riflessione per la politica su come si potrebbe migliorare la distribuzione territoriale dei rifugiati, allentando cosi' la pressione su alcune regioni del Sud (la sola Sicilia accoglie il 22 per cento dei rifugiati).

Se gli 80 mila rifugiati potessero essere accolti dagli oltre 8000 mila comuni italiani, grandi e piccoli, la media sarebbe di una decina di persone per comune. Con un impatto sociale ridottissimo – ha evidenziato Morcone – e con possibilita' di integrazione molto piu' alte.

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