20 marzo 2013 – “I migranti che in queste ore stanno sbarcando sulle coste siciliane, compresa Lampedusa, potrebbero essere oltre 4.000. Le imbarcazioni provengono dalla Libia ed è la prima volta che si assiste a un'ondata di arrivi cosi consistente e concentrata in poche ore”, segnalai José Angel Oropeza, direttore dell’Ufficio di Coordinamento dell’OIM per il Mediterraneo.
“I team dell’OIM presenti sull’isola nell’ambito del progetto Praesidium”, sottolinea Oropeza, “sono al lavoro insieme ai colleghi dell’UNHCR e di Save the Children presso i punti di sbarco di Augusta, Pozzallo e Porto Empedocle per fornire assistenza e informazioni legali ai migranti che man mano giungono sulla terraferma. I paesi di origine sono vari: Eritrea, Nigeria, Siria, Mali, Gambia, Guinea Bissau, Senegal. Molti anche i gruppi familiari, con tante donne e bambini a seguito, che in alcuni casi sono stati divisi durante le operazioni di salvataggio e che adesso le organizzazioni cercheranno di riunire insieme alle forze dell’ordine”.
Rispetto ai primi tre mesi del 2013, quando furono registrati circa 500 arrivi, quest'anno il numero di sbarchi si è moltiplicato: nel 2014 sono infatti 5.475 le persone giunte via mare in Italia, escludendo gli arrivi di questi giorni. Dall'inizio dell'operazione Mare Nostrum, nell'ottobre 2013, 10.134 migranti e richiedenti asilo sono stati salvati dalla Marina Militare Italiana.
“Quello che sta succedendo dimostra come sia importante che le attività di salvataggio di Mare Nostrum continuino, ma allo stesso tempo pone la questione di come evitare che così tante persone rischino la vita in mare. Una di queste soluzioni potrebbe essere la possibilità di accesso – tramite i consolati europei – alla procedura di asilo direttamente nei paesi di primo asilo o di transito, o anche la creazione di Centri “stazioni migratorie” situati lungo i principali itinerari seguiti in Africa dai migranti, dove poter fornire consulenza sulle possibilità di immigrazione legale verso l’Europa e altri paesi di destinazione, per contribuire a scoraggiare – almeno in parte – i viaggi della speranza.”
“Occorre anche mettere a punto”, conclude Oropeza, “un sistema di accoglienza che riesca ad affrontare queste improvvise situazioni di emergenza, un piano di contingenza che possa essere modulato sul numero degli arrivi e possa garantire un’assistenza adeguata a tutte le persone che continueranno a sbarcare: l'attuale instabilita' politica libica fa infatti temere un ulteriore aumento di arrivi anche nelle prossime settimane.”