Roma, 5 aprile 2013 – "Per la prima volta il Comune di Lampedusa ha rilasciato un certificato di morte a migranti deceduti in mare, per la prima volta i morti del Canale di Sicilia non sono solo dei numeri, ma hanno almeno potuto riavere indietro la dignita' dei propri nomi".
Lo ha affermato Jose' Angel Oropeza, direttore dell'ufficio di coordinamento dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) per il Mediterraneo, commentando i funerali dei due ragazzi somali deceduti sabato, per ipotermia, su una motovedetta della Guardia Costiera a largo di Lampedusa.
"Grazie alla collaborazione del sindaco di Lampedusa, le lapidi delle tombe non saranno anonime ma recheranno i nomi delle due vittime identificate con le testimonianze di amici e compagni di viaggio", spiega una nota dell'Oim. E Oropeza aggiunge: "In passato non era mai stato possibile dare nomi e cognomi certi alle vittime dei naufragi avvenuti al largo dell'isola delle Pelagie".
Un gesto di umanita' che pero' non cancella il dramma degli sbarchi. "La tragica morte dei due ragazzi somali dimostra, una volta di piu', come la vera emergenza del Mediterraneo sia rappresentata dall'alto numero di coloro che, in fuga da persecuzioni, poverta' e guerre, continuano a perdere la vita in mare", sottolinea la nota dell'Oim.