Roma – 15 maggio 2012 – ”La riunione è servita a dare spunto, attenzione e senso di urgenza all’obiettivo di prevenire piuttosto che di contrastare poi successivamente, con operazioni di reimpatrio anziche’ di lavoro sulle cause originarie dell’immigrazione clandestina”.
E’ quanto ha detto ieri il ministro degli Esteri Giulio Terzi, al termine del Consiglio affari esteri che ha discusso di Libia sulla base di una precisa richiesta dell’Italia avanzata nelle settimane scorse.
Nel corso del dibattito a Bruxelles, ha detto Terzi, l’Italia ha fatto stato della “preoccupazione, emersa senza allarmismi, che ci era stata segnalata dal ministro degli Esteri libico Khayal” in visita sabato a Roma, che “sia dalla Siria sia soprattutto dal Sahel, dove sono in atto visibili eventi di destabilizzazone, possano generarsi dei nuovi flussi di rifugiati che potrebbero poi riversarsi sulla sponda sud del Mediterraneo”. Si e’ trattato “semplicemente di un’anticipazione”, ha tenuto a chiarire il titolare della Farnesina, secondo cui “diversi colleghi hanno ravvisato la necessita’ di dedicarci a questo problema molto rapidamente, attraverso le iniziative che l’Ue ha gia’ in discussione”.
In proposito, il ministro ha ricordato che “tra sette giorni e’ atteso un importante rapporto della missione” guidata dal vice questore Vincenzo Tagliaferri per il controllo integrato delle frontiere, sulla base del quale “forniremo anche input su come l’Ue puo’ aiutare il governo libico ad affrontare questo tema”. Senza contare, ha sottolineato Terzi, che “sul piano nazionale ci sono progetti avanzati gia’ in corso di realizzazione”.
Sulla base di tutto questo, “traendo le conclusioni del dibattito al quale diversi colleghi sono intervenuti sulle linee che avevo proposto, non solo dei Paesi mediterranei, ma anche il collega britannico, l’Alto rappresentante Catherine Ashton ha concluso che si manterra’ un coordinamento rafforzato fra tutti gli Stati membri e le istituzioni europee”.