Roma, 14 dicembre 2023 – La Corte costituzionale albanese ha annunciato la sospensione delle procedure parlamentari per l’approvazione dell’accordo Rama-Meloni sui migranti, programmato per giovedì. La decisione è il risultato di due ricorsi separati presentati dal Partito democratico albanese e da 28 deputati, alleati dell’ex premier di centrodestra Sali Berisha. Secondo i ricorrenti, infatti, l’intesa violerebbe la Costituzione e le convenzioni internazionali dell’Albania.
Migranti, la Corte costituzionale albanese blocca l’accordo Italia-Albania
L’accordo è stato messo in discussione dalla Corte costituzionale, che ora avrà tre mesi di tempo per esprimersi. La sospensione delle procedure parlamentari è un ostacolo temporaneo, ma potrebbe causare ritardi nella realizzazione del Memorandum. L’intesa, infatti, prevede che l’Italia possa istituire in Albania due centri per la gestione dei migranti, con una capacità complessiva di 36.000 persone all’anno. A conti fatti, però, tutto potrebbe slittare notevolmente. Fonti di Palazzo Chigi, per ora, hanno dichiarato di non voler commentare la decisione della Corte albanese, ma allo stesso tempo hanno manifestato la mancanza di preoccupazioni per eventuali ritardi.
L’opposizione italiana ha reagito all’annuncio, con Angelo Bonelli (Avs) che definisce la decisione un “sonoro schiaffo” a Meloni, mentre Pierfrancesco Majorino (Pd) la considera una “pessima figura” e un “pericoloso pasticcio”. Dall’altro lato, Fabio Rampelli (FdI) afferma che la decisione della Corte è “un atto dovuto” considerando il ricorso presentato dai parlamentari albanesi. A questo punto, quindi, la sospensione delle procedure parlamentari solleva interrogativi sulla tempistica della messa in atto del Memorandum e sulla sua efficacia nel gestire il flusso migratorio secondo le intenzioni dei governi italiani e albanesi.
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