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Scuola. Cnel: “Esigenze degli immigrati siano centrali nella riforma”

"Garantire inserimento dei bambini stranieri per il miglioramento della loro vita e della condizione sociale" Roma, 4 dicembre 2009 – Scuole serie, meritocratiche, selettive, con più matematica e inglese e con docenti motivati e preparati. Sono le aspettative delle famiglie immigrate nei confronti del sistema scolastico italiano, quali emergono da una ricerca realizzata dal centro interdipartimentale di Ricerca educativa e sociale dell’Universita’ di RomaTre su commissione dell’Organismo nazionale di coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri del Cnel.

La necessità emersa è quella di una scuola primaria e secondaria che garantisca ai bambini un pieno inserimento nella società per il miglioramento della loro vita e della condizione sociale. La ricerca, spiega il Cnel, è stata svolta su un campione di immigrati provenienti da tutti i continenti che hanno figli iscritti nelle scuole italiane. I dati piu’ recenti indicano che in Italia nell’anno scolastico 2007/2008 erano iscritti 575.000 bambini stranieri, il 6,4% della popolazione. Il 35% di loro e’ nato in Italia. La presenza piu’ critica e’ quella dei bambini di recente immigrazione (46.000 unita’) perche’ necessitano di un supporto per un’integrazione rapida ed efficace.

La percentuale piu’ alta e’ concentrata nelle regioni del centro-nord, compresi i comuni di piccole dimensioni. Per il l’Organismo nazionale di coordinamento del Cnel, in merito a questo problema e a tutti quelli che coinvolgono l’immigrazione, ”bisogna liberarsi da una logica di identificazione esclusiva con l’emergenza sociale e la sicurezza pubblica, che non fanno altro che compromettere la convivenza civile. E’ necessario, invece, aprirsi ad una prospettiva lungimirante misurandosi con i problemi concreti”.

Infatti, prosegue il Cnel, nei processi di integrazione dei cittadini immigrati, si evidenziano criticita’ dell’organizzazione sociale che condizionano pesantemente gli stessi cittadini italiani. Dal percorso scolastico emerge la qualita’ dell’integrazione di un paese ed e’ per questo motivo che il Cnel ritiene necessaria una programmazione organica di piani di formazione dei docenti in servizio per l’acquisizione delle competenze necessarie all’insegnamento della lingua italiana come seconda lingua, di una diffusa dotazione nelle scuole di laboratori linguistici da aprire anche ai familiari, della collaborazione di mediatori culturali.

Occorre infine una politica scolastica che ridia valore alle pratiche educative della scuola come ”comunita’ educante” in grado di coinvolgere risorse familiari e istituzionali nel cuore dei processi educativi. Il coinvolgimento delle famiglie e l’integrazione della scuola con i servizi del territorio sono decisivi rispetto al fenomeno complessivo del drop out che interessa le fasce sociali piu’ deboli e delle condizioni che sono alla base dei sempre piu’ gravi disagi giovanili che investono la scuola. Secondo l’Onc-Cnel i problemi culturali e didattici posti dalle famiglie immigrate devono essere un riferimento centrale per la riforma della scuola, tanto e’ il rilievo di questa presenza per il futuro dell’Italia.

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