Roma – 5 giugno 2013 – Altro che tetto del 30% di bambini stranieri in ogni classe o ore integrative per lo studio della lingua. Il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder ha una soluzione più radicale per facilitare l’inserimento dei figli degli immigrati nelle scuole: creare scuole tutte per loro, dove farli rimanere finchè non si mettono al passo con i compagni.
“Devono imparare bene entrambe le lingue di questa terra, l’italiano e il tedesco. Poi, quando le sanno, i loro genitori, se lo ritengono opportuno, possono reinserirli nelle classi ordinarie. Per quanto mi riguarda questo modello, che si ispira alla scuola paritetica ladina, potrebbe consentire ai figli degli immigrati di avere una loro scuola fino alle superiori” ha spiegato Durnwalder.
Il governatore, che è anche leader del Südtiroler VolksPartei, si rende conto che “Non è una proposta di facile attuazione ma non per questo intendo rinunciare così facilmente”. E ha incaricato i tre assessori provinciali all’istruzione (ce n’è uno per ogni lingua e cultura: italiano, tedesco e ladino) di elaborare insieme “una proposta concreta per capire cosa possiamo fare”.
L’idea di Durnwalder ha scatenato molte polemiche. Riccardo Dello Sbarba dei Verdi, che con il suo gruppo siede all’opposizione, parla di una “proposta ghettizzante che certo non va verso l’inclusione e l’integrazione. Il modello dovrebbe essere, al contrario, una scuola europea plurilingue da proporre come offerta aggiuntiva a quelle già esistenti”.
Contrario anche il Partito Democratico, che è alleato del SVP al governo altoatesino. “Per gli stranieri, se è necessario, si può potenziare l’attività dei centri linguistici, che stanno già facendo molto per favorire l’integrazione degli immigrati. Fare un’altra scuola «ad hoc» non avrebbe davvero alcun senso” dice il vicepresidente della Provincia autonoma Christian Tommasini, annunciando un parere giuridico portato in giunta dal Pd in cui si argomenta “l’incostituzionalità della proposta”.