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Scuola. La Padania vuole espellere gli “alunni clandestini”

Il giornale della Lega Nord scandalizzato: “Il ministero li conosce, ma tollera l’illegalità”. In realtà non può conoscerli ed è una conquista di civiltà

Roma – 2 novembre 2012 – Chi crede che l’uscita dalla maggioranza, gli scandali e l’avvicendamento Bossi-Maroni abbiano cambiato i sentimenti dei leghisti sull’immigrazione dia un’occhiata alla Padania di ieri. Il quotidiano del partito ha pubblicato una sorta di appello a scovare ed espellere i clandestini andando a pizzicare i loro figli iscritti nelle scuole.

Giuseppe Reguzzoni, un duro e puro che usa espressioni come “oppressione coloniale dello Stato romano”, si fa saltare la mosca al naso di fronte ai dati sugli alunni non italiani appena pubblicati dal Ministero dell’Istruzione.  E nella rubrica “Dietro la lavagna” denuncia che “il ministero conosce gli alunni clandestini ma tollera l’illegalità”.

Succede infatti che tra i 756 mila stranieri iscritti alle scuole italiane sono contati anche quelli senza permesso di soggiorno. “Dunque – deduce l’opinionista – il Ministro, cioè Lo Stato, sa perfettamente chi sono e dove sono i clandestini …lo Stato sa, ma fa finta di non sapere: perché, se uno è clandestino, la legge dice che deve essere espulso. O no?”

Quello che sfugge a Reguzzoni è che sin dalle prime leggi sull’immigrazione l’Italia ha sancito il diritto-dovere dell’istruzione per tutti i figli degli immigrati, indipendentemente dalla legalità del soggiorno dei loro genitori. Per iscriversi a scuola non serve certo il permesso di soggiorno, quindi lo Stato non sa quali alunni sono “clandestini”.

È una conquista di civiltà (l’illuminata Svezia  c’è arrivata solo adesso…)  che la Lega Nord già tentò di cassare quando nel 2009 inserì nel ddl sicurezza anche la famigerata norma sui “presidi spia”. Il presidente della Camera Gianfranco Fini scrisse a Roberto Maroni (che al tempo era suo alleato) paventandone l’incostituzionalità,  l’allora ministro dell’Interno disse che era un ragionamento “fondato” e quindi fece marcia indietro.

Alla Padania devono essersene dimenticati, o ci stanno provando di nuovo. Reguzzoni arriva addirittura a capovolgere la realtà:  “Dove va a finire la “legalità”, cioè l’applicazione coerente delle leggi? Ma forse – conclude sconsolato – a Sud delle Alpi le leggi si applicano o si interpretano a seconda delle necessità e delle urgenze di chi comanda a Roma”.

Elvio Pasca

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