Roma – 20 luglio 2012 – In italiano e matematica i figli degli immigrati hanno qualche incertezza in più rispetto ai compagni. Una situazione che riguarda anche bambini e adolescenti nati e cresciuti in Italia.
A fotografarla sono i risultati delle prove proposte nei mesi scorsi dall’Invalsi a quasi tre milioni di alunni delle scuole italiane. In particolare, sotto la lente dell’ “Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione” sono finiti gli alunni di seconda e quinta elementare, della seconda media e della seconda superiore.
In un rapporto pubblicato oggi, l’Invalsi presenta le distribuzioni nazionali dei punteggi degli allievi distinti in base alla loro origine. Tre le categorie prese in considerazione: alunni con cittadinanza italiana, alunni stranieri di “prima” o di “seconda generazione”, distinguendo così chi è nato nel Paese d’Origine dei genitori e lì ha frequentato i primi anni di scuola da chi invece è nato qui o comunque è arrivato qui in età prescolare.
I risultati? “Come era in parte da attendersi, – nota il rapporto – gli allievi stranieri di prima generazione conseguono risultati medi più bassi e sono più rappresentati nelle parti basse della distribuzione dei punteggi. Gli studenti di seconda generazione mostrano un andamento simile a quello degli alunni stranieri di prima generazione, sia nella prova di Italiano che nella prova di Matematica, anche se i loro risultati tendono ad esser un po’ più vicini a quelli degli studenti di nazionalità italiana”.
“In generale, a livello dell’Italia, lo scarto medio tra studenti di prima generazione e studenti italiani è di 23 punti in meno in Italiano e di 16 punti in meno in Matematica, mentre fra studenti stranieri nati in Italia e studenti italiani il gap si riduce, rispettivamente, a 16 punti in meno nella prova di italiano e 12 punti in meno nella prova di Matematica. Tutte le differenze – sottolinea l’Invalsi – sono in ogni caso significative”.
Invalsi. Rilevazioni nazionali sugli apprendimenti 2011-12